Da un po' di tempo seguo gli sporadici post che la filosofa italiana più influente di Francia, prof.ssa Michela Marzano, scrive per il suo blog. Quando vedo comparire nel mio reader un suo nuovo post, subito mi precipito a leggere la sua prosa piana e paratattica, piena di saggezza e lungimiranza, delicatezza e rottura di coglioni; leggo - basito - e tutte le volte mi rammarico che ancora ella non abbia ricevuto dal Corriere della Sera la proposta di tenere la rubrica settimanale in prima pagina che già fu di Francesco Alberoni (e che ora occupa, inopportunamente, Aldo Grasso).
Io penso davvero che Michela Marzano abbia tutte le qualità necessarie per diventare ciò che per anni Alberoni è stato per il Corriere della Sera: scrivere le ovvietà più clamorose dietro il paravento del prestigio accademico, dell'autorevolezza professorale, del numero di copie vendute dell'ultimo saggio. Una rubrica, insomma, dove scrivere cazzate semplici, sfinenti l'intelletto, ma che, tuttavia, a una lettura più attenta e approfondita, nascondono perle di peculiare saggezza.
Quindi, fossi De Bortoli, non indugerei e subito strapperei la filosofa Marzano alle manacce di quei marpioni di Repubblica che già da tempo si avvalgono della sua prestigiosa firma.
Anche oggi leggerla è stata un'ottima occasione di autoriflessione esistenziale. Prova ne sia il capoverso finale:
Per fortuna che esiste la stanchezza. Per fortuna che talvolta ci si ritrova da soli con lei per non perdere la bussola. Per fortuna che ci costringe a fermarci e a guardarci intorno per cercare un po’ d’amore…
Ai pochi attimi di meditazione sul Sé è seguito questo mio pensiero: «Chiarissima Professoressa Marzano, è proprio vero: è una “fortuna” esista la stanchezza: nel mio piccolo, per esempio, quando mi ritrovo solo con “lei”, per non sentirmi troppo solo, subito me lo prendo in mano il mio “lui” (Moravia dixit) per non perdere la bussola. Dopo un po' di movimento, “Lei”, la stanchezza, “ci costringe a fermarci e a guardarci intorno per cercare un po' d'amore”. E dato che lei (non la stanchezza) è sempre stanca, allora io e “lui” continuiamo il movimento finché non arriviamo, stanchi (e un po' umidi)».
3 commenti:
Spinta dal tuo post, mi sono recata là. Ma siamo sicuri che sia la Marzano vera? Io vi ho trovato, oltre che assenza di filosofia, anche qualche svarione (es. Post "Perché scrivo" = due congiuntivi al tempo sbagliato...).
Sì, è la (san) Marzano dop.
Forse il troppo studio filosofico fa sì ch'ella abbia bisogno di scaricare i suoi pensierini melensi?
Ecco, è proprio l'alternativa che mi ero posta per perdonarla un pochettino. Si vede che la leggerezza è un bisogno primario...
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