Se
prendo una democrazia e la svuoto, svuotandosi, rimane il guscio; se
lo rompo, esce il vuoto, nessuna frittata, dunque, ho scaldato
l'olio in padella per niente. E dire che avevo fame, avevo bisogno di
sostanza, e invece resto a bocca aperta e, a bocca vuota, mastico
aria, muovo le mandibole per illudermi di avere qualcosa sotto i
denti, «Sono buone le riforme, vero?», mi dà di gomito un passante
che mastica anch'egli il nulla, ma con maggiore lena, dicendo che
la nuova riforma elettorale proposta è ciccia intorno all'osso, ci vogliono soltanto i denti aguzzi
per ricavare gli ultimi brandelli della costata Italia.
Il problema, come sempre, è su chi deve pagare il conto alla fine: consuetudine vuole che lo paghi colui che ha dato prova di mangiare, e se in realtà non ha mangiato niente non importa: è sufficiente mettersi a tavola per dare legittimità al vuoto.
Fuor di metafora: non vi piace l'Italicum? Se passa tale riforma (che ha alte probabilità di essere approvata in via definitiva), qual migliore occasione di non andare più a votare?
2 commenti:
beh, a dire il vero non mancavano ottimi argomenti anche prima di questo dessert.
Sì, sì, ho aggiunto solo quello dell'ultim'ora.
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