« Col passare degli anni, un uomo popola l'universo di immagini di province, regni, montagne, baie, navi, isole, pesci, stanze, arnesi, stelle, cavalli, e persone. Poco prima di morire, scopre che questo paziente labirinto di linee disegna l'immagine del suo stesso viso. »
Jorge Luis Borges
Presuntuosamente, quando leggo frammenti di pensiero siffatti, mi illudo di trovare una finalità al [l'im] «paziente labirinto di linee» del blog, mediante il quale, appunto, cerco di disegnare (esprimere) «l'immagine del [mio] stesso viso».
Leggo e rimango incantato. E trascrivo tali parole per rispecchiare qui lo stesso incantamento.
Spero tuttavia che alla fine non esca fuori una faccia a ebete.
Spero tuttavia che alla fine non esca fuori una faccia a ebete.
4 commenti:
È il ritratto di un gentiluomo su un fondale di turbinante tempesta.
Mi rimetto all'autorità del tuo giudizio (e al tuo impareggiabile tratto iperrealista)
dopo i quarantanni ognuno è responsabile del suo blog.
Ahimè, quando decisi di averne uno, li avevo da pochi mesi compiuti.
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