«Dalla
riflessione sulla radicale diversità delle condizioni in cui si
poneva il problema della rivoluzione in Occidente, Lenin seppe
ricavare anche la lucida consapevolezza [...] della diversità del
passaggio dal capitalismo al socialismo in Russia e in Europa [...].
Sui possibili caratteri della costruzione socialista, della società
socialista in un paese come l'Italia, e sul modo di “preparare”
la rivoluzione nelle condizioni di un paese capitalistico sviluppato,
ed anche sul modo di “cominciarla” [...] avrebbero lavorato a
lungo Gramsci e Togliatti [*]. Né il lavoro si può considerare
terminato, se è vero che i nuovi sviluppi dell'economia, della
società civile e dello Stato in un paese come il nostro richiedono
ulteriori verifiche ed adeguamenti. Ma quel che è certo è che si
è trattato di una ricerca e di una elaborazione, che dalla
constatazione della profonda diversità di condizioni storiche e
politiche tra l'esperienza rivoluzionaria della Russia ed il processo
della rivoluzione in Europa, non hanno tratto motivo per ripiegare
sulle posizioni della socialdemocrazia, per idoleggiare la democrazia
borghese e identificarsi con essa, ma sono partite per svolgersi in
modo originale fino all'individuazione di nuove vie di sviluppo
conseguente della democrazia e di trasformazione in senso socialista
della società e dello Stato».
Giorgio
Napolitano, op. cit., Roma, 1969
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[*] Anche Renzi?
1 commento:
le nuove vie di sviluppo conseguente della democrazia e di trasformazione in senso socialista della società e dello Stato ora sappiamo bene quali siano state nella mente e nell'agire concreto del gruppo dirigente del Pci (non prendiamo in considerazioni la monnezza venuta dopo), dapprima incapace di smarcarsi dallo stalinismo e poi finito dritto nelle braccia della Nato e degli Usa
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