«
Il
commendatore insistette:
—
Colui
che non scrive tutto quello che gli fermenta in testa è un eunuco
della Cappella Sistina. Non è un uomo.
—
Penso
anch'io che uno scrittore debba donarsi interamente, —
affermò Requena. —
Le contraddizioni non contano; l'importante è riversare sulla carta
tutta quella confusione che è l'essere umano. »
J.L.
Borges – A. Bioy Casares, Sei
problemi per Don Isidro Parodi, Buenos
Aires 1942,
Palazzi
Editore, Milano 1971 (traduzione di Vanna Brocca).
La
carta sia risparmiata, sia aggiunto soltanto qualche milioncino di
byte alla rete. Il
rischio di essere eunuchi è remoto,
anche
se, beninteso,
le
erezioni
sono riservate ad altre pratiche.
Come
non essere confusi, d'altronde? L'ordine
mentale è messo a dura prova
dalla
complessità del reale e, nondimeno, dalle personali vicissitudini.
Chi
sceglie la
scrittura come modalità espressiva lo
fa, forse, perché nella confusione prodotta
sulla carta (o sullo schermo) si trova sempre un filo sul quale
raggomitolarsi e darsi forma. Quale forma? È stato detto che colui
che scrive non è un eunuco.
2 commenti:
Uno può anche scrivere tutto ciò che gli "fermenta" nella crapa.
Il risultato poi di questo che spesso è peristalsi non necessariamente deve essere reso pubblico ovvero scaricato su altri.
Esiste anche un'ecologia della scrittura.
e dei commenti
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