Guardando il video in cui il poliziotto Michael Thomas Slager spara alle spalle di Walter L. Scott, uno si dice ma come cazzo si fa perdio, se proprio vuoi sparargli per fermarlo spara basso, alle gambe, sei proprio stronzo e scemo, eccetera, e ancor più sei imbecille perché dopo averlo colpito alla schiena gli vai a mettere le manette al sospetto criminale reo, pare, di avere un faro rotto alla propria auto. È quindi una fortuna ci sia quel video a incastrare il poliziotto, così che le autorità abbiano facile gioco, prima nel licenziarlo e poi nel condannarlo, magari a morte (il South Carolina mi pare sia uno stato che la prevede), eziandio per dar luogo alla logicità della legge del taglione.
Qualcuno ha sbagliato, c'è l'evidenza, sia fatta giustizia e amen: la responsabilità penale è individuale, cause altre non siano indagate, se non a livello generale, per dar sfogo alle paturnie psico-sociologiche di editorialisti liberal che mettono in pace la coscienza borghese collettiva, una mano sul petto a cantare God Bless America sulla bara dell'ammazzato e tutti pari.
L'importante, soprattutto, è non capire perché il sottoproletariato americano sia stato ridotto a giocare tale orribile tragedia delle parti, uomini bianchi contro uomini neri, con questi ultimi destinati perlopiù a prenderle - d'altronde il nero morto ammazzato fa più audience, in particolare devia l'attenzione dall'arso terreno della lotta di classe ai verdi giardini dei diritti da applicare.
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