La Lavazza è una prestigiosa (forse la più prestigiosa) azienda produttrice di caffè in Italia. Da anni è in questa posizione di rilievo con la quota più alta di mercato nel settore (lo dico a occhio, non faccio ricerche).
La Lavazza è da decenni, ormai, che pubblicizza i suoi prodotti in modo “originale” riuscendo a colpire quasi sempre l'immaginario del consumatore.
Ma siamo proprio sicuri che il consumatore vuole essere colpito nell'immaginario?
O forse preferisce essere “catturato” dalla bontà del prodotto?
Anni fa, non mi ricordo più dove, Michele Serra disse più o meno questo (non metto le virgolette perché ricordo a braccio e, se ricordassi male, mi scuso con l'interessato):
- a me piace il caffè Lavazza Qualità X e lo compro indipendentemente da chi lo pubblicizza. Anzi, a volte, se vedo una pubblicità cogliona di questo prodotto mi prende voglia di non comprarlo più. E quindi, che bisogno c'è di pubblicizzarlo ancora? Per conquistare nuovi clienti? Ma io se sono diventato un affezionato consumatore di tale marca è stato solo perché tale caffè mi piace più degli altri, non perché prima me lo diceva Nino Manfredi e ora me lo dicono Bonolis e Laurenti.
E ora la Roberts.
Già, la Julia Roberts: è proprio pensando al milione e mezzo di dollari che la Lavazza le ha dato per fare un sorriso di 45 secondi nella nuova pubblicità che mi sono tornate in mente queste considerazioni.
Ora io dico: se invece di spendere così questi 1,5 milioni di dollari, la Lavazza fosse andata in tutti i supermercati di Italia a regalare un 250 g del loro prodotto a tutti coloro che stanno facendo la spesa, credete che avrebbe conquistato più o meno nuovi clienti? Credete che avrebbe più o meno colpito l'immaginario della Roberts?
Lo so, il discorso sulla pubblicità è un discorso complesso che non può essere esaurito da simili espedienti. Chiarisco: io non sono scandalizzato che la Roberts prenda tutti quei soldi; sono semplicemente inorridito dal pensare che esista un qualcuno che, in questo momento, stia comprando caffè Lavazza per il sorriso della Roberts. È questo che io non arrivo e non arriverò mai a comprendere. Capisco benissimo le influenze pubblicitarie e come esse incidano sulla desiderabilità di certi prodotti. Ma a tutto c'è un limite. Questo per me è un limite enorme, invalicabile. Anche perché poi il caffè è uno di quei prodotti che, alla lunga, i denti li fa ingiallire...
7 commenti:
Come ti comprendo, ma purtroppo così è la vita, ops la pubblicità.
non so ora, ma sicuramente nel 2009la Lavazza ricorse alla cassa integrazione...
Non ho mai bevuto caffè e la lavazza nonostante la Roberts non mi avrà.
@ Gians
Forse Capezzolone ti convincerebbe?
Dovrebbe farsi almeno una terza abbondante.
Io invece sono proprio inorridito dalla quantità di soldi che ha preso. Ignobili lei, quelli della Lvazza e quelli che compreranno Lavazza dopo aver visto quel sorriso, tra l'altro spento e banale.
non è la presenza televisiva che fa guadagnare clienti a un'azienda, piuttosto è l'assenza che ne causa la perdita. Questo è il meccanismo perverso.
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