martedì 23 agosto 2011

È l'estate dei rospi



«Mese di [agosto]* stupendo, una fortuna per chi può andare in vacanze. L'aria del mattino brucia ogni pensiero che si arrischi al di là del presente. La gente conversa nelle belle serate a proposito degli avvenimenti del Medio Oriente – con cortesi e non rovinose differenze di opinione, perché siamo tutti persone civili – ma chi può avvertire una reale differenza fra queste e le sere di [agosto] degli anni scorsi? Un modesto conflitto senza conseguenze. Certo, il Vietnam – ma da quanti anni non durano guerre lontane, altrove. Trent'anni fa, un mese di luglio, mi pare: davanti al medesimo mare, in una pensione per famiglie, il Corriere della Sera di mio padre. Qualcosa era cominciato dove tramontava il sole, in Spagna. Quand'è che hanno ammazzato quei negri in America? L'estate scorsa o quella innanzi? La memoria serve a livellare tutto. Sulle terrazze delle ville che si scaldano al sole del tramonto, mentre gli ospiti arrivano tra i vialetti, ti senti fra voci di trenta, di quarant'anni fa. Sull'asfalto delle strade il sangue fresco torna ad aggrumarsi dove già schizzò negli anni passati, gli agenti della Stradale tendono le loro misurazioni tra le briciole dei cristalli. Il contadino che ebbe portata via la gamba da un'auto estiva anni fa, seduto sulla soglia della casupola che s'è costruita col risarcimento, guarda il proprio ragazzo pedalare sbandando nel buio lungo i tornanti che le macchine attaccano. Nulla deve mutare. La radio parla dell'esodo estivo, le musichette delle sigle ballonzolano nelle osterie. È l'estate dei rospi e dei cani nei campi, dei piccoli congegni notturni degli insetti; che hanno solo questa estate da vivere e sono al lavoro dappertutto».

Franco Fortini, I cani del Sinai, Einaudi, Torino 1979

*Fortini scrive luglio e io mi sono permesso di. 
Foto presa da Big Picture

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