«Ecco come io immagino l'inferno» mi diceva R. «Un luogo dove i peccatori ripetono di continuo e per sempre le azioni che predilessero e che hanno determinato la loro condanna. Esempio: il lussurioso proverà tutti gli orrori e i disgusti degli accoppiamenti, il violento ripeterà instancabilmente le sue violenze, ma senza esito, il goloso dovrà divorarsi repugnanti montagne di cibo e il suo stesso vomito, il traditore continuerà a tradire, sempre, persino se stesso, l'iroso...»
«Basta,» gli dico «tu stai descrivendo la vita.».
Ennio Flaiano, La solitudine del satiro, (1963), Rizzoli, Milano 1973
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