Al netto dei morti e delle macerie sparse, dei bombardamenti e delle grida a Dio che è grande, non sarebbe opportuna una presa di Roma da parte dei ribelli che, scaricando nell'aere colpi di mitraglia a bordo dei loro pick-up giapponesi, costringessero Berlusconi, faccia alla catastrofe, a rifugiarsi in uno dei suoi bunker già pronti all'uopo? Pii desideri, noi siamo democratici. E poi Roma, in questi giorni è molto più calda, più immota e indifferente di Tripoli. Non c'è sete di vendetta, ecco tutto. Siamo stati molto più complici del popolo libico, noi italiani, nei confronti del regime. E i pochi che avrebbero legittimità a parlare e a presiedere un governo di salute nazionale, sono gente disarmata, disillusa, di nessuna ambizione. Tutto continua come sempre in un Paese che, se non starà attento, vedrà presto scritto sulla Costituzione che «la sovranità appartiene al Parlamento» e non al popolo, «che la esercita senza limiti e senza leggi secondo i termini del Capo»*.
*Ricordate, vero?
2 commenti:
Te lo vedi Fede armato di pistola che incita dagli schermi i suoi alla resistenza?
Sì, lo vedo, somigliante a quel generale franchista che negli anni '80 del secolo scorso tentò il golpe nel parlamento spagnolo
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