Mi e ci risponda: a che gioco gioca?
Annamaria Papi [via Nazione Indiana]
Gioca a fare il bravo bambino cattolico, lupetto dei boy scout.
Gioca a rappresentare soprattutto la Firenze bianca, la Firenze che sopporta il fatto che un giornale da urlo come la Nazione possa rappresentare la città, raccontarla.
Una Firenze che vuole conciliare il culo con le quarant'ore, da sempre.
Una Firenze imborghesita, imbolsita, talmente marginale da far venire voglia di esiliarsi da soli.
Una Firenze che vive nella presunzione di essere una delle più belle città del mondo: ok, lo sei, ma che due palle raccontarselo ogni giorno, guardandosi allo specchio come la regina cattiva di Biancaneve.
La bellezza, se non è influente, se non va a letto col potere, quello vero, è solo una puttana da quattro soldi che non commuove più nessuno, che non muove la società, la politica, e quindi la popolazione. (Forse questo discorso vale per ogni città italiana, per lo Stato intero).
Firenze svuòtati di te stessa, sgòmbrati. Dài aria alle tue stanze aprendo le finestre al mondo, facendo sì che il mondo di te s'impossessi veramente, non tanto comprando i tuoi ninnoli e i tuoi palazzi per chiudersi dentro a raccontare la tua storia a pochi rincoglioniti. E che i fiorentini diventino solo una minima parte del tutto, politici compresi.
Eppure avesti anche la tua occasione con la piena del '66.
L'hai persa. Ora vai pure con il gonfalone in corteo a fare le tue rimembranze storiche. Tradizione... tradizione... ma non senti che già la parola stessa implica il tradire?
E tu invece, Firenze stupida, sei sempre maledettamente fedele a te stessa.
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