Bossi: «Noi mai forcaioli». Infatti. Luca Leoni Orsenigo voleva solo fare dello shibari per legare le palle dei Cosentino dell'epoca. Forcaioli no, sono d'accordo. Ma bucaioli, porca padania, sì.
Ma Cosentino a parte, quello che più vorrei che nella storia della bassa politica italiana emergessero, sono le parole che Berlusconi e Bossi si saranno di sicuro scambiate in questi giorni, o meglio: sapere qual tipo di persuasione l'ex presidente del consiglio avrà usato per convincere il segretario della Lega Nord ed ex ministro.
Le parole, trovate le parole, vi prego, voi cronisti politici che, a volte, riportate nei vostri articoli retroscena che inchiodano i protagonisti al palo della vergogna. Parole come quelle che sputtanarono inesorabilmente Berlusconi alle orecchie di Bossi il giorno in cui Ennio Doris telefonò per convincerlo a dimettersi, pena il crollo della sua amata azienda mediainset.
Capisco che queste parole, che vorrei fossero rese pubbliche, saranno talmente difficili da scovare... Saranno state dette di persona sicuramente, ché oramai a farsi intercettare rimangono soltanto quattro coglioni ipocondriaci.
Ma trovatele, vi prego, sennò inventatele, ché tra tutte le giustificazioni addotte, Bossi non poteva trovarne di peggiori e ridicole, roba da far diventar giallo piscio la sorgente del dio Po.
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