lunedì 23 gennaio 2012

Sono nato, è successo


Sono nato, è successo. Da quel giorno non sono più stato me stesso. Da quel giorno è stato tutto un sognare il ritorno nel caldo che intorno mi avvolse e mi tenne. Era inverno – la luna in acquario – e venne il momento preciso che ho segnato oggi nel calendario. Stavo dormendo, e una donna di nome Marisa – la levatrice – mi tolse il velo di liquido amniotico di dosso, mi tagliò e unse l'ombelico e mi guardò dritto nelle palpebre socchiuse, sillabando: «Amico, è finita: è arrivata la vita. Su piangi che apre i polmoni, non è più un mondo di pesci, ma di coglioni. Piangi se ci riesci
che piangere fa bene. Le lacrime non sono sangue che richiama le iene».
Poi mi ricordo che tutto fu bianco, tranne i capelli scuri di mia madre, mia madre che mi prese
e mi dette di sé nutrimento. Poppare è stata una delle esperienze più gratificanti della mia vita.
Io me li ricordo bene quei momenti, sono rimasti impressi come pochi altri nella mia mente, me le sono segnate tutte le volte che mi sono attaccato al seno materno e ho mangiato. Poi è finita, d'altronde. Ma sono uno di quelli che non ha mai capito la necessità dello svezzamento. Mi sarebbe piaciuto ragionare all'epoca sulla cosa.
Ora sono qui, in un inverno diverso, meno freddo, meno intenso – qui a veder nascere un'idea che mi sono fatto di quel giorno particolare. Sono nato in una casa e in una casa sono adesso a far nascere un'idea che ho di me stesso, di quello che ero e che sono, perché sono quello che ero. Un principio antropico personalizzato: di fatto sono nato, di fatto esisto; e dato che esisto – e mi rendo conto di esistere, allora è vero che sono nato e che posso conoscere una piccola, infinitesima, porzione di universo. A cominciare da me. Ma da dove comincio? Da dove sono nato. È successo. Da quel giorno non sono più stato me stesso...

4 commenti:

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Chiamale facezie... Io non mi ricordo di quando sono nato perché ero troppo piccolo, ma sono contento di esser nato mammifero.

Minerva ha detto...

Eccerto che se cominci così, cominci proprio bene, eh? Dai, sù, piantala, metti a posto quelle belle piumette da animaletto grazioso e spicca il volo! Buona giornata! :-)

astime ha detto...

Allora: prosit! :)

rom ha detto...

Sei in corsa, ormai. :-)

Dici che da quel giorno non sei più te stesso?
E' strana, questa cosa che dici.
Nell'ambito del buddhismo zen viene usata un'immagine sorprendente: per conoscerti oggi, devi conoscere il volto che avevi prima di nascere - e, qualche volta ho letto, quello che avrai dopo la morte: cosa meno simpatica, che spinge verso un pensiero tipo: veniamo da un tutto indistinto (non il nulla) e lì torneremo. Ma il volto prima di nascere è certamente meno macabro dell'altro, ed è un volto vivo, se il prima di nascere si interpreta dalla fecondazione, dall'inizio biologico, fino alla nascita, all'aria e alla luce.
Comunque, conoscere il volto che avevamo prima di nascere può anche essere inteso in tanti modi: per esempio, ricordare gli ignoranti che eravamo prima di cominciare a sapere che siamo ignoranti.