Sono nato, è successo.
Da quel giorno non sono più stato me stesso. Da quel giorno è stato
tutto un sognare il ritorno nel caldo che intorno mi avvolse e mi
tenne. Era inverno – la luna in acquario – e venne il momento
preciso che ho segnato oggi nel calendario. Stavo dormendo, e una
donna di nome Marisa – la levatrice – mi tolse il velo di liquido
amniotico di dosso, mi tagliò e unse l'ombelico e mi guardò dritto
nelle palpebre socchiuse, sillabando: «Amico, è finita: è
arrivata la vita. Su piangi che apre i polmoni, non è più un mondo
di pesci, ma di coglioni. Piangi se ci riesci
che piangere fa bene.
Le lacrime non sono sangue che richiama le iene».
Poi mi ricordo che tutto
fu bianco, tranne i capelli scuri di mia madre, mia madre che mi
prese
e mi dette di sé
nutrimento. Poppare è stata una delle esperienze più gratificanti
della mia vita.
Io me li ricordo bene
quei momenti, sono rimasti impressi come pochi altri nella mia mente,
me le sono segnate tutte le volte che mi sono attaccato al seno
materno e ho mangiato. Poi è finita, d'altronde. Ma sono uno di
quelli che non ha mai capito la necessità dello svezzamento. Mi
sarebbe piaciuto ragionare all'epoca sulla cosa.
Ora sono qui, in un
inverno diverso, meno freddo, meno intenso – qui a veder nascere
un'idea che mi sono fatto di quel giorno particolare. Sono nato in
una casa e in una casa sono adesso a far nascere un'idea che ho di me
stesso, di quello che ero e che sono, perché sono quello che ero.
Un principio antropico personalizzato: di fatto sono nato, di fatto
esisto; e dato che esisto – e mi rendo conto di esistere, allora è
vero che sono nato e che posso conoscere una piccola, infinitesima,
porzione di universo. A cominciare da me. Ma da dove comincio? Da
dove sono nato. È successo. Da quel giorno non sono più stato me
stesso...
4 commenti:
Chiamale facezie... Io non mi ricordo di quando sono nato perché ero troppo piccolo, ma sono contento di esser nato mammifero.
Eccerto che se cominci così, cominci proprio bene, eh? Dai, sù, piantala, metti a posto quelle belle piumette da animaletto grazioso e spicca il volo! Buona giornata! :-)
Allora: prosit! :)
Sei in corsa, ormai. :-)
Dici che da quel giorno non sei più te stesso?
E' strana, questa cosa che dici.
Nell'ambito del buddhismo zen viene usata un'immagine sorprendente: per conoscerti oggi, devi conoscere il volto che avevi prima di nascere - e, qualche volta ho letto, quello che avrai dopo la morte: cosa meno simpatica, che spinge verso un pensiero tipo: veniamo da un tutto indistinto (non il nulla) e lì torneremo. Ma il volto prima di nascere è certamente meno macabro dell'altro, ed è un volto vivo, se il prima di nascere si interpreta dalla fecondazione, dall'inizio biologico, fino alla nascita, all'aria e alla luce.
Comunque, conoscere il volto che avevamo prima di nascere può anche essere inteso in tanti modi: per esempio, ricordare gli ignoranti che eravamo prima di cominciare a sapere che siamo ignoranti.
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