Origene, Commento
al Cantico dei cantici, Città
Nuova, Roma 1976 (traduzione di Manlio Simonetti).
Mi
ricordo benissimo il passaggio da Playboy
(o Le Ore) al Cantico
dei cantici. Avevo sui 17-18
anni, non ricordo esattamente, e molto spesso il pene in mano, per
dare pratica e sfogo a delle esigenze poco pentacostali.
Ma la pornografia mi stancava grandemente, in quanto si trattava di
osservare sempre i cazzi degli altri trovare frescura e tepore tra
gli anfratti muliebri – mentre il mio, timido, nella mano,
disperava.
Così
mi avvicinai alle Sacre Scritture, penna in mano, oramai affrancato
dalle ubbie catechistiche e voglioso di rincorrere «le
molestie della carne e del sangue»
(?), di adagiarmi sulle «affezioni della materia».
Scelsi
la versione ceronettiana chiaramente, quella pubblicata da Adelphi
nel 1975 e ristampata poi nel 1982.
Ancora
oggi, quando il pensiero dell'amore si associa a quello della
tribolazione, mi capita sovente di tuffarmi nell'ebbrezza dei versi
del Cantico, anche se con più disincanto e meno mani tra i pantaloni.
Bastano pochi versi, soprattutto i primi, a infondere la soave
illusione che un bacio, un bacio soltanto, ma un bacio d'amore
s'intende, sia
il proseguimento della parola, sia il nostro verbo che diventa carne
nell'altro e ci fa all'altro veramente presenti.
Mi abbeveri di
baci la tua bocca
Perché il tuo
amore inebria più del vino
È bello i
tuoi profumi respirare
Il tuo nome è
un unguento penetrato
Dalle vergini
sacre sei amato
Trascinami con
te nella tua corsa
Baciarsi,
quando diventa l'esito di un incontro, è un atto
metafisico. Il suo compiersi illumina il vissuto e si resta
abbacinati, dacché – in quell'attimo – ci si sente trascinati
dentro l'essere dell'altro, in una ritrovata unità.
Stop.
Conto di ritornarci. Ora fuori a godersi il tardo pomeriggio di un
sabato africano. Dicono le ciliegie.
5 commenti:
"FRANCIS TURNER (Un malato di cuore)
Non potevo correre o giocare
da ragazzo.
Da uomo potevo solo sorseggiare dalla coppa,
non bere -
perchè la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
Ora giaccio qui
confortato da un segreto che nessuno tranne Mary conosce:
c'è un giardino di acacie,
di catalpe, e di pergole dolci di viti -
là quel pomeriggio di giugno
al fianco di Mary -
baciandola con l'anima sulle labbra
all'improvviso questa prese il volo."
(E.L. Master)
Ah, Luca,come sei...
Ho molto apprezzato, e conto anche io che tu ci ritorni.
Origene! Che orrore!
La mia edizione è quella del '75.
Un paio di vite fa, quando il mio Dodì evaporò, mi appuntai:
"Il desiderio è spietato
come il sepolcro"
Poi passa, neh :))
p.s.
nella mia edizione:
"Dammi da bere i baci della tua bocca
Le tue carezze entusiasmano più del vino
È bello i tuoi profumi respirare
Il tuo nome è un unguento penetrato"
Certo che tornare qui e trovare i vostri commenti mi commuove.
Grazie, grazie davvero.
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