«La liberazione dell'uomo — il senso del Cristianesimo — non può non liberare pure la famiglia; anche da se stessa, se occorre. E allora la famiglia può diventare veramente un Teatro del Mondo e dell'universale-umano: quando, giocando con i propri fratelli e amandoli, facciamo il primo fondamentale passo verso una fraternità più grande, che senza la famiglia non avremmo imparato a sentire così vivamente; quando i genitori ci fanno capire concretamente che cosa significa essere portati per mano nella giungla del mondo, da una mano che continua a sorreggere anche quando non la si stringe più fisicamente.» Claudio Magris, “La famiglia, teatro del mondo”, Corriere della sera, 3 giugno 2012
«Il Dio di Adam
Smith è un imprenditore, amministra l'intero edificio del cosmo e la
buona e cattiva sorte di tutti i viventi: tra lui e gli uomini vige
la divisione del lavoro. Solo grazie a questa limitazione della
propria responsabilità gli uomini possono aspirare al completo
controllo sulla felicità e sulla miseria che si trovano alla loro
portata. La responsabilità dell'uomo si limita alla propria felicità
e alla propria famiglia, agli amici e al paese in cui vive, senza
valicare questi limiti. Solo grazie a tale autolimitazione è
possibile realizzare l'ideale dominio di sé. Il fatto che l'uomo, di
quando in quando, si abbandoni alle ambiziose altezze della
riflessione non costituisce comunque un alibi in nome del quale
trascurare la propria modesta sfera d'azione: “La più sublime
speculazione del filosofo contemplativo difficilmente può compensare
la negligenza del più piccolo dovere attivo”.» Henning
Ritter, Sventura lontana,
Adelphi, Milano 2007 (traduzione di Marco Rispoli).
Fossi stato Magris avrei scritto: «La liberazione dell'uomo - il senso del messaggio di Gesù...», giacché il Cristianesimo ha prodotto un dio non molto dissimile a quello che lo stesso Adam Smith immaginava: un Dio imprenditore che a tutto provvede, purché l'uomo si autolimiti e non abbia pretese conoscitive che travalichino il campo d'azione dell'Autorità. L'uomo deve restare figlio, perché da qualche parte c'è sempre un Padre (o un Pastore) che sistema le cose per lui.
Il Dio cristiano, più che liberare, lega: come ogni dio, d'altronde. Religare = legare, vincolare (non si ripete mai abbastanza). E io ho il sospetto che la mano delle famiglie “religiose” ammanetti e non liberi e che la famiglia non sia un luogo abbastanza adatto per abbandonarsi «alle ambiziose altezze della riflessione». Tanto meglio così, c'è gente specializzata in prediche per questo.
1 commento:
Concordo e lodo punto per punto.
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