"Renzi ha detto che devono andare a casa, non ha usato un'altra parola. Ma devono andare in galera e restituire ciò che hanno preso", insiste Benigni durante il suo dialogo con Eugenio Scalfari a Napoli per la 'Repubblica delle Idee'. "La giustizia rende liberi e io non auguro il carcere nemmeno al peggior malvivente", sottolinea il premio Oscar. "Ma la corruzione è il gradino più basso. Non sono furbi o intelligenti, perché non è così difficile ingannare il prossimo. Sono volgari e vili". E poi, parlando del canto della Divina Commedia dedicato a Ulisse: "Ci sono momenti in cui decidiamo cosa essere. I corrotti, quando scelgono di prendere dei soldi, decidono per l'eternità di essere dei ladri".
Ventidue anni fa, quando Craxi dichiarò che Mario Chiesa era un «mariuolo isolato» Benigni, se non ricordo male, ebbe un altro tipo di reazione che sicuramente non attaccava i corrotti in modo indefinito e insulso, aggrappandosi alle fandonie del contrappasso; invece si scagliava senza mezzi termini contro il segretario nazionale del partito di Mario Chiesa, il fu «Bottino Craxi».
Oggi, invece, a prescindere, al segretario del partito (nonché presidente del consiglio) dei vari corrotti arrestati, non viene rivolta alcuna critica, alcuna “satira”, solo mezzo slinguamento che gli infradicia il gluteo sinistro:
Dell'exploit del Pd alle europee Benigni parla anzitutto durante la parte più ironica del suo intervento, con la battuta sulle 'percentuali renziane' in Bulgaria che strappa applausi alla platea del teatro San Carlo [...]. "Quasi il 41% al Pd? Ma non sono arrivati a tanto nemmeno alle loro primarie... in Europa c'è l'ondata di destra e qui vince il Pd, siamo il Paese del miracolo perpetuo".
Che tristezza, maremma impestata ladra.
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