Rilassato dopo una bella pasta al sugo, vista - sul Journal di France2 - la trepidazione per quanto succede ora a Bruxelles, indossati i pantaloni di una tuta per liberare le palle dalle stretture dei jeans moderni, ecco che mi leggo, beato, la lettera che 'l governo italiano ha scritto all'Ue.
Essa è composta da quattro punti cardine e una Premessa:
A.I fondamentali dell'economia;
B.Creare condizioni strutturali favorevoli alla crescita
- a) Promozione e valorizzazione del capitale umano
- b) Efficientamento del mercato del lavoro
- c) Apertura dei mercati in chiave concorrenziale
- d) Sostegno all'imprenditorialità e all'innovazione
- e) Semplificazione normativa e amministrativa
- f) Modernizzazione della pubblica amministrazione
- g) Efficientamento e snellimento dell'amministrazione della giustizia
- h) Accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia
- i) Riforma dell'architettura costituzionale dello stato
C. Una finanza pubblica sostenibile
- Le pensioni
- La delega fiscale e assistenziale previdenziale
- Le dismissioni
- La razionalizzazione della spesa pubblica
- Debito pubblico
- Il costo degli apparati istituzionali
- Il pareggio di bilancio
- Definire le ulteriori misure correttive eventualmente necessarie
D. Conclusioni
Di tutta questa brodaglia schematizzata, c'è soprattutto un neologismo (per me lo è almeno) che mi preoccupa: efficientamento. Mi sembra un avverbio temibile, che mi ricorda, a tutta prima, il piallamento dei coglioni. Più questo governo dura, più noi italiani corriamo il rischio di diventare angeli.
È per questa ragione che mi tocco le palle adesso, per ricordarmele il giorno in cui non ce l'avrò più.
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