«La prima considerazione che deve essere fatta e dalla quale non si può assolutamente prescindere, qualunque sia la valutazione dell'attuale crisi, è che purtroppo la situazione sia in Europa, sia negli Stati Uniti, e nel resto del mondo, continua senza nulla cambiare, ad esasperare l'ineguaglianza globale in termini sia oggettivi sia soggettivi, con il disperato aumento della povertà, alla quale globalmente corrisponde una spaventosa concentrazione di ricchezza e di reddito.
Se è indubbio che la forbice fra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri sta divaricandosi, il problema non può certo essere considerato solo in termini di prodotto interno lordo, bensì deve allargarsi sino a comprendere le conseguenze che la povertà produce sulla vita individuale delle persone, sulla loro partecipazione e capacità di godere dei beni primari della vita.
La prima considerazione che deve essere fatta e dalla quale non si può assolutamente prescindere, qualunque sia la valutazione dell'attuale crisi, è che purtroppo la situazione sia in Europa, sia negli Stati Uniti, e nel resto del mondo, continua senza nulla cambiare, ad esasperare l'ineguaglianza globale in termini sia oggettivi sia soggettivi, con il disperato aumento della povertà, alla quale globalmente corrisponde una spaventosa concentrazione di ricchezza e di reddito.
Se è indubbio che la forbice fra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri sta divaricandosi, il problema non può certo essere considerato solo in termini di prodotto interno lordo, bensì deve allargarsi sino a comprendere le conseguenze che la povertà produce sulla vita individuale delle persone, sulla loro partecipazione e capacità di godere dei beni primari della vita.»
Non ho pensieri particolari su Renzi, se non constatare, con preoccupazione, come sia sufficiente che qualcuno dica con insistenza io, io, io, che in molti cadano nella trappola di credere che quell'io esista più di altri, e ci soffiano dentro, fino a farlo diventare mongolfiera (vedasi le guance del protagonista, vedasi la bocca, al cui interno sputano fuoco i media nostrali - Repubblica e Corsera in testa - che vorrebbero il giovin Renzi come rappresentante zuccheroso e affabile, stile Blair, stile Obama, per dare credito all'idea ch'egli sia l'alternativa più credibile al centrodestra).
Comunque, sull'argomento, mi rimetto a due o tre commenti a margine sulla cosa successa alla Leopolda (1, 2) e aggiungo: Renzi pare ponga sugli altari Steve Jobs e Sergio Marchionne - e nessuno che gli sbatta in faccia passaggi come quello sopra di Guido Rossi, pubblicato, ma tu guarda un po', sulle pagine gialline dell'organo ufficiale dei rifondaroli confindustriali.
Ditemi: Stefanino e Sergino, con il loro golfino in cachemire, quanti dipendenti hanno fatto godere nel corso della loro esistenza? Quanti invece hanno fatto patire? Circondati da yes man hanno sempre rifiutato d'incrociare lo sguardo coi propri salariati; essi sono soltanto dei buoni venditori che fanno credere al pubblico che la felicità consista nel possedere i loro prodotti (con la Apple certo è più facile che con la Fiat). Con il Renzi accade la stessa cosa: egli fa credere a una parte consistente dell'elettorato che lui sia il più adatto a risolvere i problemi della Provincia prima, del Comune ora, del Paese poi - quando invece il vero problema che deve risolvere è quello che lo porta a credere di essere chissà chi (giacché, ribadisco, se lui si crede chissà chi è perché sono in diversi coloro che credono lo sia: sono le ragioni della meritocrazia).
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