«Non amo il termine “psicologico”. Lo psicologico non esiste. Diciamo piuttosto che si può migliorare la biografia della persona». Jean-Paul Sartre.
Come migliorare la nostra biografia, ammesso di avvertire il desiderio di migliorarla? I pensieri, le fantasie paiono non essere sufficienti. Occorre fare per vivere, almeno agli occhi della gente (e gli occhi della gente certificano se viviamo o meno, dato che i nostri occhi, molte volte, guardano specchi sbagliati, vale a dire gli occhi degli altri). Quindi, è uso invalso dire che restano solo le nostre opere a rappresentare il nostro passaggio sulla terra (pur essendo consapevoli che soltanto le opere di pochi saranno sottratte alla polvere del tempo).
Ma siamo proprio sicuri che fare e disfare opere, azioni, sia la garanzia suprema per diventare autori di una buona biografia, la nostra?
Cosa c'è di noi veramente dentro quello che facciamo, qualsiasi cosa facciamo? C'è traccia della nostra identità? Per quel che mi riguarda, della mia condizione di blogger, sento che i post che pubblico, più o meno quotidianamente, sono come foglie d'autunno che cadono da me (e qui chiedo venia della somma presunzione di paragonarmi a un albero); no, non frutti, né tantomeno semi; ma semplicemente foglie che hanno adombrato la mia mente e che ora cadono lasciando spazio a pensieri nuovi, che spero crescano e popolino ancora a lungo la mia mente.
Di una cosa, complessivamente, mi sono accorto: che io raramente rileggo i post passati. Che non vado a ricercarmi negli archivi. Forse anche per questo, è probabile, che io incorra in delle ripetizioni, e riusi identiche parole, anche se mi sento più una volpe che un riccio (per riprendere un celeberrimo verso di Archiloco).
Ma perché scrivo di queste cose? Perché io penso, contrariamente a Sartre, che lo psicologico esista eccome e, forse, sia l'unico modo per migliorare la mia biografia.
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