Non sono stato alla Leopolda perché dovevo cercare castagne, finire un libro, sognare. Quanti sono in totale coloro che per realizzare se stessi hanno bisogno di far credere che stanno occupandosi degli altri? La politica italiana, che così tanta attenzione reclama, tanto pensiero, prova nuove strade per camuffare la sua naturale vocazione che è quella di metterlo in culo al prossimo, di pensare prima per sé e poi Dio per tutti – e almeno, una volta, quando Dio c'era, i politici costruivano la A1 e la E45, e le pensioni le davano con pochi anni di lavoro. Bei tempi, quelli. Ora non sono possibili perché è più facile impedire alla moltitudine di stare discretamente e di avere un buon sistema sociale che strappare quattro sacchi d'oro agli orchi che comandano il capitale. Questo alla Leopolda non lo dicono perché credono che la ricchezza spropositata sia legittima, che coloro che hanno i talenti possano e debbano diventare reggenti, che il limite all'assurdo non possa essere messo, che non esistano conflitti di interesse, e che per esempio l'idea di quel fanatico di Luigi Einaudi che la tassa di successione sia un bene per la collettività è un'illusione comunista.
Alla Leopolda, il Renzi, insiste nel voler rinnovare la classe dirigente, ovvero che la vecchia classe dirigente politica nazionale lasci spazio alla nuova e giovane. Proprio come accade nell'industria dove agli Agnelli succedono gli Agnelli, ai Berlusconi i figli di Berlusconi, ai Geronzi gli stronzi, e così via per dire che anche la Marcegaglia è venuta su dal niente. Sì, ma la proprietà. La proprietà, quando sconfina nell'illimitato, non esiste, diventa giocoforza cosa pubblica. Non predico l'esproprio, sia mai, ma la Fiat non è solo degli Agnelli come fosse un semplice dodici metri attraccato a Portoddio; ovvero, è cosa loro, ma mica possono possederla tutta, non ce la fanno, quante braccia e mani occorrono per reggerla in piedi, lasciateli a piedi, andate da un altro padrone. Sì, ma sono tutti uguali e anche coloro che non lo erano e magari per qualche circostanza lo diventano, pare siano anche peggio di coloro che lo sono sempre stati per discendenza, che vuoi fare, gli umani sono una razza a cui piace sottomettere ed essere sottomessa, che ha bisogno di leaders, di quelli che dicano dove le banane sono più dolci e come fare ad arrivarle, portate loro le donne e i bambini e i vecchi in pacco dono, pregate per questi nuovi dèi che la sanno lunga, in fondo non sono nemmeno tanto pochi, pensa la Cina che su un miliardo e duecento milioni di persone, almeno una cinquantina di milioni sono miliardari e dico in difetto. Vedi la Cina? Ha un'Italia miliardaria al suo interno che riesce a sottomettere la moltitudine. Ma Dante sarà il loro cavallo di Troia, vero Sinone*?
Nota*
Sinone, che fu il greco che convinse i troiani ad accettare il cavallo in segno di riconciliazione, è anche il personaggio che, nel XXX dell'Inferno, affibbia una gomitata nella pancia (epa croia) di Maestro Adamo: ho sempre letto questo verso pensando alla soddisfazione di fare altrettanto con Ferrara.
7 commenti:
Che l'eredità sia quella culturale,...
che la ricchezza spropositata sia, ...legittima? Ma certo, ma solo in vita.
...non predico l'esproprio, sia mai,
nessuna tassa di successione, in quanto nessuna successione è legittima tranne quella culturale.
Quale legge "universale" giustifica una successione del materiale per discendenza "familiare" e nessuna alla comunità.
Finiamola con le ipocrisie, hai accumulato? per dirla ...in bene, quando muori, perché poi muori, come tutti, quello che hai accumulato torna alla comunità, allo stato, a chi ha diritto alla istruzione, a chi ha diritto alla salute, a chi ha diritto ad un lavoro ad una casa, a chi ha diritto ad essere il contrario di clandestino.
Mi dispiace, abbiamo permesso che la proprietà sconfini nell'illimitato, ...non potrà più essere permesso, ...adesso si dovrà rimettere a segno la bilancia, ci saranno sofferenze, ...e quelle di questa specie di politici e faccendieri, saranno poca cosa, come sempre.
Ghigliottina a parte, si farà spazio nelle carceri per loro, se giustizia sarà.
mi permetti di commentare la foto senza aver letto il post?
ecco:
:O
perlamiseria!
Certo che lo permetto, tanto la Leopolda è aperta ad ogni commento
;·)
Voi, che per me, in questo blog, ma anche in altri, rappresentate forme di sviluppo ed emancipazione del pensiero.
Voi, che per me, spesso, alla vostra parola scritta, riconosco una delle migliori forme di rappresentazione del pensiero.
Voi, che riuscite talvolta a trasmettere emozioni con la semplice progressione di frasi scritte, di vocaboli, verbi, articoli e congiunzioni, ...e tante altre cose a me sconosciute, ma che riescono molto bene nel loro intento, ed a giustificare fondamentale questa forma di comunicazione, non certo unica, ma preziosa.
A voi chiedo, umilmente, di illuminarmi su qualcosa di cui non riesco a trovare forma sufficientemente argomentata da appagare il mio senso della ragione.
A voi chiedo cosa rende giusto che un genitore o tutti e due, sputino sangue, o forse meglio dire "lavorino duramente", a lungo, se non per tutta la vita, sacrificando spesso se stessi, oltre che gli altri, per pagare mutui, per acquisire terreni o case, od altri beni materiali da lasciare ai loro figli o congiunti.
A voi chiedo cosa rende così giusto che un figlio o più, si ritrovino con l'eredità di questi padri e madri, con case e terreni, macchine ed altri materiali, talvolta anche con persone, acquisite, ereditate. Senza fare niente, ritrovarsi ...a volare. Senza fare niente, ...dimenticavo, hanno studiato, anche molto, non come me, che non ho fatto questa enorme fatica.
A voi chiedo per quale legge della natura, per quale legge universale questi figli ereditieri abbiano diritto ai "loro?" beni.
Per i più, questi si accontentano della materia, in quanto si è perso da tempo il modo di trasmettere l'eredità culturale.
Se almeno i genitori avessero pensato anche a quella.
Nella dichiarazione universale dei diritti umani non trovo illuminazione in merito, al contrario, trovo profondamente privo di giustizia l'atto stesso di lasciare i propri beni a coloro che sono indicati in forma testamentaria od altro, gli eredi stessi sono una forma di ingiustizia, in quanto una discriminazione.
Nel trattato di Lisbona e nella carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, vale lo stesso pensiero, non trovo giustificazione, argomentazione.
Noi tutti siamo eredi, senza discrimine, con gli stessi diritti.
Da giovane ho sempre sperato che dopo millenni di storia, gli esseri umani sarebbero riusciti a guardare se stessi come un risorsa, invece si continua ad averne paura, a difendersi strenuamente da ...se stessi con tutti i mezzi, con il genocidio se proprio ci vuole. Oppure ad arricchirsi (se così si può dire) alle spalle degli altri. Quindi facciamoci tutti furbi, ci dice il parlamento. Il parlamento, ...che parola questa.
La realtà è che se non riusciamo ad estendere a tutti, quei pochi e sacrosanti diritti, alla salute, allo studio o formazione, al lavoro, alla casa, se non ci riusciamo, saranno delle ingiustizie sociali, come lo sono, e di queste ingiustizie le guerre e le paure si nutrono. Qual'è il contrario di clandestino? Lo dobbiamo trovare.
A voi quindi rivolgo un appello, trasmettere il vostro pensiero, cercate, come fate spesso, un senso, ...sensato a tutto ciò.
Grazie
Gentile Iacota,
lo spazio per il tuo appello eccolo qua.
Condivido la tesi di fondo, meno il tono apodittico. Ma capisco, eccome se capisco. E mi compiaccio di pensarla come te.
Un saluto
Gentile Luca,
Grazie ancora per lo spazio e l'attenzione,
poco sicuro di aver capito "apodittico" termine di cui avevo nessuna conoscenza, sembra sia in opposizione a "dialettico", e che sia sinonimo di noetico, termine anche questo che non conoscevo ma che pare si accordi bene ai miei pensieri.
Pensieri difficili per me da tradurre in forma scritta, renderli poi anche comprensibili..., forse questa la sostanza del "tono" che poco condividi. Ho sempre avuto problemi ad accordare questo strumento, ma quando trovo qualcuno che, nonostante, mi capisce, ...mi compiaccio.
Un saluto
magari non colgo tutto, ma per dire: il nozick di "anarchia, stato e utopia" la pensava così (più o meno) sull'eredità (ingiusta, perché favorisce chi non ha fatto niente ancora). poi a fine vita ha cambiato idea, però (in "la vita pensata")
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