È probabile, ma ancora non sicuro, che l'attentato contro Roberto Adinolfi sia di matrice terroristica. Cioè: i due attentatori lo avrebbero gambizzato per colpire un rappresentante di spicco del mondo capitalistico, un dirigente dell'Ansaldo Nucleare, azienda controllata da Finmeccanica che realizza centrali nucleari di terza generazione (e dove li realizza se in Italia non può?).
Ripeto: l'ipotesi terroristica appare la più plausibile. Ma, se così fosse, in attesa di eventuali, necessarie rivendicazioni dell'attentato, occorre chiedersi: ora che hanno sparato alle gambe di un uomo, cosa pensano di ottenere i presunti terroristi? Nuovi affiliati? O nuovi afflitti? Pensano essi, con questo atto di vigliaccheria inaudita, di aver mosso qualcosa in favore della “rivoluzione”, ovvero di un cambiamento, anche minimo, nei confronti del potere? In buona sostanza: colpendo questo uno, quali altri cento saranno educati?
Ammettiamo un attimo per assurdo che coloro che compiono questi crimini lo facciano davvero per favorire la condizione del proletariato, degli operai, dei disoccupati, dei diseredati. Ora, io non so che posizione di rilievo Roberto Adinolfi occupasse ai vertici dell'Ansaldo Nucleare, tuttavia non credo assolutamente egli abbia vessato i suoi sottoposti nella stessa misura in cui un caporeparto Fiat vessa quegli operai che non reggono i ritmi di produzione.
Bene, io non voglio istigare alla violenza, ma se invece di gambizzare un dirigente all'apparenza pacifico come Adinolfi, gli attentatori fossero andati non dico a sparare, ma a dare una scossa di legnate a quei pezzi di merda dei caporeparto della Fiat che fanno gli aguzzini per conto di Marchionne, quanto sarebbe stato più educativo?
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