Siete pronti? Siete caldi? Avete cenato? Bene, mettetevi una mano sulla pancia, sentite se dentro c'è il Paese. Rumoreggia? Borbotta? O si muove lenta e basta assecondando il ritmo della respirazione? Domandatele: quanto assomigli pancia mia alla pancia del Paese?
Essendo di scuola, ovvero di non scuola ceronettiana, tutte le volte che un modo di dire si atrofizza e viene ripetuto a raffica in tutte le occasioni mediatiche che gli sono consentite, cresce in me l'irritazione, il fastidio, la voglia di menare le mani come Nanni Moretti quando, in Palombella rossa, prende a schiaffi una giornalista. Idem stasera, vedendo il telegiornale di Mentana, all'udire tutti i giornalisti (e lui compreso), parlare di come avrà votato «la pancia del Paese», persino riferendosi alla Grecia - e si sa che i greci sono forti mangiatori di yogurt e quindi, capirete, come vòtano la pancia loro non c'è confronto - ecco ho avuto la stessa reazione morettiana, solo che invece di colpire chicchessia sono venuto qui, a fare tic tac sulla tastiera.
La pancia del Paese. La pancia del Paese. La pancia del Paese. Pronunciate tre volte di fila questa espressione: non vi sembra di essere imbecilli?
La pancia del Paese, la trippa dello Stato, lo stomaco della Repubblica, le budella dei cittadini... mi viene il vomito, ma devo resistere, devo sorvegliare e punire. Poi pulire.
2 commenti:
Non saprei, la mia pancia non si esprime; però ho mal di testa, se ciò vuol dire qualcosa :-)
Un po' anch'io: flic floc. Presa mezz'aspirina or ora. Confido nel pomeriggio :-)
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