Bombe, terremoti, crisi economica e politica, e che due cugghiuni questa storia che doveva essere finita. Ma dov'è quel citrullo di Fukuyama, dov'è la pace, la concordia (non quella del Giglio), l'armonia, la destinazione paradiso? Niente sotto questo cielo si ripete, però mi sembra di rivivere uno stato d'animo già provato una ventina d'anni fa, la stessa insicurezza, lo stesso giramento, lo stesso spaesamento. Nel frattempo un tre lustri berlusconiani hanno fiaccato così tanto l'animo mio politico che ancora devo riprendermi, tanto m'hanno scorato. È vero: vita vuol dire insicurezza, incertezza, ma non è questo il punto. Sono abbastanza avvezzo al mutamento e ho connaturata (per fortuna) una certa dose di stoicismo. Quindi piedi a terra,
«perché tutta la Terra è un punto: e quale minuscolo cantuccio della Terra è questa dimora? [...] Soprattutto non agitarti e non darti troppa pena, ma sii libero e guarda la realtà da uomo, da essere umano, da cittadino, da essere mortale. E tra i principî che più dovranno stare a portata di mano quando ti ripiegherai su di essi, vi siano i due seguenti. Il primo: le cose non toccano l'anima, ma stanno immobili all'esterno, mentre i turbamenti vengono soltanto dall'opinione che si forma dall'interno. Il secondo: tutto quanto vedi, tra un istante si trasformerà e non sarà più; e pensa continuamente alla trasformazione di quante cose hai assistito di persona. Il cosmo è mutamento, la vita è opinione». Marco Aurelio, A se stesso, Libro IV, 8-12 (traduzione di E.V. Maltese per i tipi di Garzanti, Milano).
Bella forza, Marco Aurelio era imperatore e le cose toccano eccome l'anima a noi che imperatori non siamo; le cose vengono prima del verbo - come ha scritto anche Giudici nella poesia sotto questo post. Le cose ti vengono addosso più delle parole, e quando sono bombe e terremoti non esistono filosofie che possano giustificarle. Ti senti annichilito e pensi, come anche poco prima del passo succitato Marco Aurelio scriveva: «O Provvidenza o Atomi», con l'aggiunta: o Stronzi. E ce ne sono di stronzi assassini al mondo, che impediscono all'intelligenza umana di regolare il cosmo come una città, coi cassonetti al posto giusto con dentro soltanto la spazzatura e non volontà omicide. Tutta la Terra è un punto: è facile sputarci sopra.
È così - e vorremmo tanto essere confortati, sollevati, e vivere al calduccio o al fresco nel minuscolo cantuccio della nostra dimora, bevendo una tisana o una granita a seconda della stagione e sperando che la storia non ce le faccia andare di traverso.
3 commenti:
Chiedo venia, non faccio apposta a pigiare +1. Il brutto è che una volta premuto non si può tornare indietro e questo bisognerebbe dirlo a quelli di Google e io glielo dico. Vedessi mai che leggono i commenti di un blog periferico?
Signor Marco Aurelio, con tutto il rispetto lasci che le dica che io, nel mio piccolo che è più piccolo di un punto, guarda la realtà da donna (sì, lo so che lei non si rivolgeva a me, perché cos'è mai una donna, per lei?), e come donna ho sempre sentito di essere tutt'uno con le cose. Lei dirà che mi inganno, che in realtà sono io che trasferisco alle cose un po' della mia anima, ma allora mi spieghi come fanno, le cose, a restituirmenla a loro volta un po' diversa, e più ricca?
Se vuoi che l'illustre imperator scrivano magari ti risponda, potrei darti il suo numero di telefono, così ci parli direttamente.
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