«In questo paese, come in qualsiasi altro, l'esecuzione legale non è un atto di giustizia ma di paura. Non paura del condannato, ma di qualsiasi disfunzione che si possa verificare fuori della porta di casa, paura del vicino e di tutto quel che si muove e si aggira nella città, nel paese, nel mondo. Un sentimento che quasi mai è vissuto come paura e che nella sfera cosciente si manifesta come volontà d'ordine, di disciplina, di rispetto dei valori indiscussi. L'uomo è il lupo dell'uomo, l'uomo ha paura del lupo e la paura lo fa diventare lupo, lo porta a ululare in francese o in italiano o in spagnolo esigendo con perfetta razionalità, con totale soggezione alla legge e ai diritti umani, che l'assassino venga decapitato o impiccato affinché quella notte la città possa dormire tranquilla, più sicura, più fascista [...] Massaie, pensionati, studenti, borghesi, operai, piccoli impiegati. Tutti sembrano diventati lupi schiumanti rabbia che ululano odio e delusione e insultano la [politica] colpevole di non rispettare le regole del gioco [...]. Non siamo al fascismo, naturalmente, siamo alla destra liberale, al centro liberale, alla sinistra liberale. Ma si assiste ancora una volta al totale escamotage della verità, a un gioco di carte in cui un mazzo sostituisce l'altro e ne falsifica il valore. Quelle facce sono maschere di facce che a loro volta sono maschere di facce e così fino al profondo, e nel profondo c'è l'uomo, in una società che lo trasforma in lupo e lo spedisce in strada nelle vesti di uomo per denunciare e sterminare i lupi affinché gli uomini possano dormire sonni tranquilli».
Julio Cortázar, Carte inaspettate, “Tre note complementari”, Einaudi, Torino 2012, (traduzione di Jaime Riera Rehren).
Innanzitutto una premessa indispensabile, questa.
Fatta la premessa e considerato che, secondo il codice di procedura penale, Franco Fiorito è stato incarcerato preventivamente a norma di legge e non violando i suoi diritti umani, ora domandiamoci apertamente: perché è stato così infilzato allo spiedo mediatico e messo a cuocere davanti a una platea composta di strepiti e grida, di urli e lamentazioni popolari del cazzo, guittamente teleguidate dai sapienti guru dell'indice degli ascolti?
Franco Fiorito è diventato la nave Concordia della malapolitica: si è incagliato in uno scoglio e ha fatto naufragio: ora tutto il mondo lo guarda in diretta televisiva; e considerato che i fari delle telecamere sono tutti puntati su lui, tante prestigiose facce di merda, di calibro e rilevanza ben maggiore di lui, si nascondono dietro la sua mole.
Va bene, Franco Fiorito, i soldi destinati al partito, li ha spesi in ostriche e champagne, suv e ville vista mare: sono state sue scelte, ne renderà conto alla magistratura, eccetera. Ma nessuno, nessuno quando li spendeva quei soldi si è mai domandato da dove cazzo provenissero? I ristoratori che si vedevano arrivare tutta quella bella gente a cena, le ditte di catering, gli autoconcessionari, i costruttori edili, si sono mai chiesti - «uè, ma questi soldi sono soldi pubblici, io non li voglio, vai a mangiare, vai a comprare, vai a farti costruire la casa da qualcun altro»?
Quando Fiorito riservava parte di quei soldi all'acquisto diretto del consenso politico presso la popolazione di cui era rappresentante, la popolazione rappresentata che s'ingozzava degli avanzi del grande magna magna, stava zitta beata a suggere tali resti che chissà mai donde venivano, la Provvidenza, senza dubbio.
Ma ora torniamo al punto: Franco Fiorito, col suo physique du rôle, è stato preso dai professionisti dell'informazione di potere, è stato appeso con le catene, ed è iniziata la macellazione, sfruttandone perfino il quinto quarto.
Intermezzo. Mi viene in mente questo: quando ero bambino, sotto casa, c'era un macellaio dal quale mia mamma si serviva. Una volta a settimana, in negozio, egli appendeva la bestia al soffitto con robuste catene guidate da carrucole. Il bovino era squartato, dissanguato, la carcassa aperta - e io ci entravo dentro e mettevo le dita nelle costole.
Ebbene, più o meno, è questo che stanno facendo a Fiorito, soprattutto quegli aspiranti macellai di Striscia la notizia e quella faccia di cipria microfiltrata al guano della Barbara d'Urso. Ho avuto modo di vedere quest'ultima, a Blob, annunciare in diretta l'arresto di Fiorito, con quella voce salivale, impastata, come di chi ha bevuto sostanze tipo il Vov, ma senza alcol (e io porto massimo rispetto a chi beve tale roba); e dietro di lei il pubblico presente applaudire con sommo gaudio incattivito, con urla belluine.
Una volta trovato il vitello(ne) giusto (il capro, il lupo, ecc.), si mette bene in vista sugli altari verso i quali una moltitudine di devoti s'inginocchia per ricevere la benedizione dai sacerdoti e, dipoi, canalizzare la propria ferocia. E mentre questo avviene, i veri responsabili, il vero potere, se ne sta rintanato e gode e ride e pensa che anche questa volta il popolo ha abboccato.
5 commenti:
e il libero arbitrio dove lo mettiamo ?
Per una settimana e' stato a sere alterne con la Polverini in tivvu'. Una sera stavano pure in contemporanea, ho fatto i salti mortali sul telecomando . Mi dispiace per sua mamma, pero' lui, che non ha capito in che pericolo e' incappato scegliendo Taormina, ha pure voluto fare il vitello sacrificale . Io ho provato un giorno su Feisbuk a lanciare un timido siamo tutti er batman . Sono andata vicino al linciaggio virtuale
Sì, è vero, gli è stato concesso molto spazio di replica, ma il trattamento alle spalle, il continuo amplificare le sue colpe, le sue scelte, il mai considerare che è solo un figlioccio di Ciarrapico e di tanti altri destrorsi della Lupa, l'evitare come una peste la responsabilità politica e morale di Berlusconi - ecco questo ha determinato il post.
E' interessante che quando si arresta un qualche esponente politico in italia si giunga subito al mantra "ma solo lui,ma tutti gli altri?".
Questo atteggiamento e' due volte folle:
1. in italia si arrestano molto meno del 10% dei ladri di auto: non ho ancora visto nessuno stapparsi le vesti per la inaudita ingiustizia che si riversa contro quella minuscola percentuale di autori di quel reato.
2. dove erano i ristoratori ecc. l'argomento "siamo tutti ladri" e' molto pericoloso perche' se siamo tutti ladri alla fine nessuno e' un ladro. Ora che il senso civico degli italiani sia scarso e' palese a tutti ma questa scarsita' di senso civico implica anche che non si riesca a capire quando la criminalita' delle classe dirigente sia piu pericolosa di altri tipi (non tutti) di criminalita'. Fiorito non e' pericoloso perche' spende gli esorbitanti fondi pubblici elargiti ai partiti ma perche il suo comportament genere sia altra criminalita' e inefecienza che genere ancora criminalita' e ulteriore diminuzione dle senso civico.
Su Striscia la notizia e la D'urso mai fatta scelta migliore di non comprare una tv nuova quando la vecchia ha smesso di funzionare.....
Barqis, siamo tutti er batman una sega, se mi passi il francesismo.
A me queste assunzioni collettive di responsabilità mi stanno parecchio ma parecchio sulle pàlle anche perchè di fondo identiche al "son tutti uguali, son tutti ladri": humus perfetto per far crescere rigogliosi i veri batman e i veri ladri...
Simone, i ristoratori ecc. non sono ladri; sono servi dei ladri, viscidi omuncoli che terrebbero personalmente aperte le cosce della moglie pur di raccattare qualche briciola del malloppo.
E sono se possibile anche peggio di quel genere di ladri, i ladri della cosa pubblica, perchè sono loro i primi a giustificarne la boria e la protervia, ad inebriarli di se e della propria oscena scaltrezza...
Sai Lucas, io sono convinto che, finchè certa gentaglia continuerà ad avere intorno camerieri inchinati, baristi entusiasti, bottegai d'ogni genere e tipo emozionati ed orgogliosi di averli per clienti, finchè non avranno le scarpe coperte di scaracchi da tutti quelli che incontrano per strada, non cambierà mai un cazzo in questo cazzo di paese.
Del resto, se potesse, ogni merda sarebbe orgogliosa della quantità di mosconi che le ronzano intorno...
@ Simone e @ Fahre
Ringrazio entrambi dei vostri commenti, perché arricchite il mio dire (spesso impreciso e incerto).
@ Fahre.
Sì: penso tu abbia ragione. Frase finale perfetta.
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