* |
Quale poesia ci salva...
- Perché “salva”?
- Hai ragione, rifaccio:
Quale poesia ci spaccia
per quello che realmente noi siamo
animali schiacciati a terra
nonostante aerei da caccia
ci fanno sentire padroni
del Cielo come della Terra?
Come diceva qualcuno*
con ironia che consola:
siamo umani tanto quanto
una gallina è uccello che vola.
La poesia è come l'esperanto:
una lingua che c'è ma non c'è;
e del fare e disfare umano non è
che un'esile lacrima che appanna
gli occhi a chi è vocato al pianto.
La poesia è un dire impotente
parole che non attecchiscono
fiato che scalda la mano
un attimo e poi diventa gelo.
La poesia non vale niente
perché nessuno le crede
perché non scende dal cielo
e non si trasforma in fede
(tutt'al più in rami secchi).
*«L'Uomo è umano pressappoco quanto la gallina vola». L.F. Céline, Mea culpa, (1936), Guanda, Parma 1994, traduzione di Giovanni Raboni.
4 commenti:
sicuro che si tratta di Mea culpa? collana La feinice di Guanda? sulla mia edizione del 2000 non c'è.
alle pp. 38-39 c'è effettivamente la frase che in francese suona così: L'homme est plus ou moins humains que la poule vole.
il resto è una tua elaborazione?
Sì, il "resto" (i versi, insomma) sono miei. Hanno preso il "volo" da tale frase di Céline che si trova, come tu dici, alle pagine della stessa tua edizione 2000 (io lo comprai nel '94, appena uscì).
Che bel pamphlet, vero?
ti sei accorto dell'errore che commette Céline (e anche altri) quando dice:
« "L'Uomo è precisamente ciò che mangia!". Engels aveva scoperto anche questo, quel furbacchione! Una menzogna colossale! ».
In realtà si tratta di Feuerbach, non di Engels, il quale anzi criticò questo genere di materialismo
mah, il resto è una tipica indignazione di stampo reazionario, non per questo sprovvista di alcune buone ragioni e scritta da un grande
Esatto, sottoscrivo tuo giudizio. E grazie per la precisazione filologica.
Saluti.
Posta un commento