Per chi non se ne fosse accorto, oggi su il Corriere della Sera, lo storico Roberto De Mattei, intervistato da Antonio Carioti, offre una “replica” alle critiche “ingiustamente” piovutegli addosso dalla dittatura del relativismo¹, come acqua sparata dai pompieri sulla centrale di Fukushima.
Egli ha reagito, purtroppo, come la centrale nucleare giapponese sotto gli effetti dell'acqua salata: ha inacidito e inasprito la sua posizione. De Mattei, infatti, non parla: emette radiazioni. Per cui vi avviso: indossate adeguata attrezzatura per leggere cosa dice, altrimenti vi si fonde il cervello, vi si rattrappiscono gli organi genitali, vi viene la bava alla bocca e diventate come un X-men (se vi va bene), altrimenti sono cazzi vostri. Io, da bravo epidemiologo, mi sono premunito: ho indossato tuta e guanti speciali e, soprattutto, occhiali che filtrassero la massa ingente di cazzate espresse nel giro di poche righe di giornale.
È quindi con molta cautela e dopo previo trattamento anti-radioattivo che ripropongo all'attenzione del lettore alcuni stralci delle nuove dichiarazioni esplosive del vicepresidente del CNR:
«Innanzitutto, non parlavo come vicepresidente del Cnr, ma da cittadino e da credente. Mi sono limitato a riprendere un libretto del 1911 scritto da monsignor Mazzella, arcivescovo di Rossano Calabro, che commentava il terremoto di Messina del 1908 riflettendo sul mistero del male. Il punto è che, come insegnano san Tommaso e sant'Agostino, nell'universo non accade nulla che non sia voluto, o almeno permesso, da Dio per precise ragioni. E tra di esse non è da escludere l'ipotesi di un castigo divino, anche se in materia non vi è certezza».
Dunque, abbiamo un De Mattei uno e trino: a) vicepresidente del Cnr; b) cittadino; c) credente. Hanno parlato i suoi due terzi di persona, mentre il terzo ha mantenuto un sobrio atteggiamento scientifico di fronte alla sciagura giapponese. E poi scusate: uno che "si limita a riprendere un libretto del 1911 scritto" da quel luminare della scienza e della teologia applicate che fu il monsignor Mazzella, deve giocoforza avere un credito illimitato sulle possibili incomprensioni derivanti dalla complessità del suo pensiero criptico-veterotestamentario.
Di seguito, alla giusta obiezione dell'intervistatore («Ma il Dio cristiano non è amore?») De Mattei risponde con un acume straordinario, tale che mi sono subito toccato le palle per rincuorarmi e sentirvi vivo. Ecco a voi, depurate dalle scorie, queste sublimi parole
«Certo, infatti nel mio discorso non c'è alcun compiacimento. Esso nasce, al contrario, dalla convinzione che uno dei modi per aiutare spiritualmente chi soffre sia trovare una ragione alta e nobile per le disgrazie che l'hanno colpito, spiegando che anche le catastrofi sono originate dall'amore divino, che trae sempre il bene dal male».
Sempre con una mano sulle palle penso intensamente alle ragioni "alte e nobili" che il Signore ha per far tribolare le sue creature. Lo so che è maleducato, ma quasi quasi comincio a bestemmiare a iosa, tante volte Iddio non pensi che gli voglia troppo bene. Cristo santo!, ma non ci sono altri modi più semplici e meno invasivi per manifestare l'amore divino? Che ne so: una fellatio o un cunnilingus paradisiaci? Ci pensate un po' se in questo stesso momento tutta l'umanità fosse sottoposta a questo contatto orale con Dio? Mezz'ora di estasi universale... altro che sbattere la placca terrestre e muovere le acque...
Tuttavia, quello che più colpisce delle dichiarazioni di De Mattei, è questo duro attacco che riserva, non tanto agli atei (c'è anzi un colpimento a Odifreddi, l'unico a suo dire che ha avuto il coraggio di confrontarsi con lui), quanto ai cattolici evoluzionisti che non credono alla verità letterale dell'assunto biblico. Monsignor Ravasi è l'epicentro del suo scuotimento. Sentite qua, cosa risponde alle domande di Carioti (indossate tuta, mascherina e occhiali):
Alcuni teologi infatti spiegano le sciagure naturali con una meccanica propria del mondo, non riconducibile alla volontà di Dio. «San Paolo scrive che il male e la morte sono entrati nel mondo attraverso il peccato originale di Adamo ed Eva. Da quella colpa derivano tutte le lacrime e i dolori dell'umanità. Oggi però nel mondo cattolico è penetrata una visione evoluzionista e poligenista, per cui il genere umano non proverrebbe da una coppia primordiale. Ma Pio XII nell'enciclica Humani Generis ha riaffermato che l'esistenza personale di Adamo ed Eva fa parte del magistero della Chiesa. Questa è una delle tante ragioni per cui un cattolico non può accettare le teorie di Darwin. Perciò mi stupisce che un semievoluzionista come il cardinale Gianfranco Ravasi presieda il Pontificio consiglio per la cultura».
Secondo lei non è adatto all'incarico? «Si chiede a me di lasciare la vicepresidenza del Cnr, ma sarebbe più logico che si dimettesse Ravasi, che sostiene in campo esegetico e scientifico posizioni non del tutto coerenti con la tradizione della Chiesa. Oltretutto l'evoluzionismo è indimostrabile sul piano sperimentale: di fatto è un mito che si sta sgretolando. Sono sempre più numerosi gli scienziati che lo rigettano, come quelli che ho riunito a Roma due anni fa. Ma Ravasi non ha invitato nessuno di loro al convegno a senso unico su Darwin organizzato nel marzo 2009 alla Gregoriana: neppure Josef Seifert, che è membro della Pontificia accademia per la vita».
Avete letto vero? Bene, non che mi piaccia tanto firmare gli appelli, ma adesso vado subito a farlo.
¹«Gli attacchi contro di me sono un tipico esempio della dittatura del relativismo denunciata da Benedetto XVI. Perché non ho fatto altro che riaffermare la tradizionale dottrina cattolica sulla provvidenza»
1 commento:
"è un mito che si sta sgretolando"...
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