Jitish Kallat's "Public Notice 2" |
Allora, per molti blogger (perlomeno per me) funziona così (generalmente così): per non subire del tutto passivamente la realtà (meglio: la rappresentazione della stessa), si cerca in qualche modo di nutrirsene masticandola, digerendola, assimilandola, evacuandola. Molte notizie danno il vomito e vabbe'. Per il resto scriviamo – oltre che, marginalmente, della nostra “realtà” personale – di come altri scrittori*, di vario genere e tipo (dilettanti o professionisti), hanno assimilato, evacuato o vomitato la stessa realtà, e in questo caso ci alimentiamo come quei cuccioli di animale che si nutrono dei pasti già masticati e quasi digeriti dai loro genitori. Niente di male in tutto questo, anzi. A volte trovare i pasti già parzialmente manducati o quasi digeriti aiuta molto il nostro compito.
Ci sono giorni in cui siamo più reattivi, altri meno. Oggi per esempio non viene in mente niente. O almeno così credevo. Sono usciti questi versi meteoropatici.
Cazzo marzo cosa fai
mi vieni incontro
con sto freddo come schiaffo
mi tormenti, mi trattieni
come fossi imprigionato
dentro al cesso.
Tira vento non ti accorgi
che tra poco
questo sole avrebbe voglia di elezioni
di zelanti erezioni senza velo.
In questo gioco a somma zero
tu impedisci a primavera di vuotare
di dire che questa nazione
un tempo dichiarata furba
per tornare culla del pensiero
avrebbe bisogno di una purga.
*Va da sé che i bloggers sono inclusi.
P.S.
Dimenticavo di dire che il titolo (e quanto scritto) è liberamente ispirato al brano di F.F.
3 commenti:
Alla fine nonostante non ti venisse in mente niente hai scritto comunque, forse a dimostrare che, i bloggers amanti della scrittura a differenza degli scrittori professionisti non posso permettersi e non vogliono concedersi pause. Scriviamo finchè abbiamo la penna calda.
Un uomo abituato a scrivere scrive anche senza idee, come un vecchio medico di nome Bouvard che morendo tastava il polso alla sua poltrona (cit.).
bella citazione, grazie
:·)
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