A proposito dell'opportunità di costruire centrali nucleari in Italia.
Facciamo piazza pulita dei pregiudizi. Le centrali che saranno costruite avranno un livello di sicurezza con probabilità di incidenti e fuoriuscita di materiale radiottivo quasi vicini allo zero (quel "quasi" non si può togliere, purtroppo, ma non facciamo i puntigliosi).
Il governo e gran parte dell'establishment economico e finanziario sono favorevoli e pronti. Anche l'opinione pubblica, malgrado l'incidente occorso in questi giorni in Giappone, è meno ostile a questo tipo di energia.
Allora si parte, va bene. Ma dove? C'è in Italia un luogo che ha un rischio sismico quasi vicino allo zero? (Ancora un "quasi": un quasi per due). Poniamo che esista e sia nella regione X, nella provincia Y, nel comune Z. Ecco, sicuramente data la densità della popolazione e dell'urbanizzazione italica, non sarà mai un sito lontano abbastanza dalla popolazione. Vale a dire: non credo esista in Italia un sito che possa avere un raggio di sicurezza di venti/trenta km di deserto urbanistico (figuriamoci cento km). Dunque, inevitabilmente, una centrale nucleare in Italia potrà essere costruita solo vicino a dei luoghi urbanizzati, siano essi residenziali, industriali, artigianali, commerciali o istituzionali.
Bene, io sono dell'avviso che nessuno vorrebbe abitare vicino a una centrale nucleare. O forse sì, ma con una congrua contropartita per la comunità che "accoglie" il sito nucleare. Cosa che in fondo avviene già per certe realtà locali che hanno accettato di avere nel loro territorio una discarica. Prendasi il caso di Peccioli (Pisa) e Sogliano del Rubicone (Forlì) ottimi esempi di business comunale, dal quale traggono beneficio tutti i cittadini (io sono stato recentemente a Peccioli e ho potuto vedere in azione persino il Robot spazzino).
Vero è che una centrale nucleare, giusto o sbagliato che sia, è uno spettro più inquietante e pauroso di una discarica per viverci accanto. Bisogna offrire parecchio. E bisogna altresì che qualcuno, dall'alto, dia l'esempio. Vale a dire, chi promuove il nucleare a spada tratta dimostri, nei fatti, della sua innocuità e vada ad abitare nei pressi di una centrale volontariamente. Con tutte le comodità, ci mancherebbe altro. Una villa a Testa.
Per concludere, vorrei che qualche comune italiano si esponesse e si offrisse volontario per accogliere una centrale nucleare. Io vedrei bene Arcore, per ovvie ragioni di riscatto istituzionale.
3 commenti:
Eheeee, non vale, mi hai soffiato la battuta!
Prima di arrivare al fondo del tuo post, mi era balenata la stessa, deliziosa, orgasmica idea!
Pensavo alla centrale nucleare attigua ad un certo Mausoleo in Arcore...
Ma che fai leggi nel pensiero degli italiani? Sapessi quanti hanno pensato ad Arcore per una centrale nucleare.
Ania
E' un paese molto strano questo: il nucleare no, le pale eoliche no che ci sciupano il panorama, enormi distese di pannelli solari no, geotermico no troppo losco... Uhm uhm uhm.
I
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