Man Ray, Obstruction, 1920 |
...anche andando rasente ai muri sotto il cielo incerto dovevo farmi furbo già lei non dev'essere molto lontana neanche un metro ma la sento lontana un giorno se ne andrà da sola sulle sue quattro dita contando il pollice perché ne manca uno non il pollice e mi abbandonerà la vedo che lancia in avanti le quattro dita come rampini le estremità fanno presa tirano e così si allontana con piccoli assestamenti orizzontali il fatto è che mi piace andarmene così a piccoli tratti e le gambe che fanno le gambe oh le gambe e gli occhi che fanno gli occhi chiusi senza dubbio ebbene non perché a un tratto là sotto il fango vedo me dico me come dico io come potrei dire lui perché la cosa mi diverte mi do non più di sedici anni e per colmo di felicità è una giornata incantevole cielo azzurro e accavallarsi di nubi leggere mi volto e anche la ragazza che tengo per mano il culo che ho a giudicare dai fiori che smaltano l'erba smeraldo siamo nel mese di aprile o di maggio non so e con che gioia da dove tiro fuori queste storie di fiori e di stagioni le tiro fuori punto e basta...
Samuel Beckett, L'immagine,
traduzione dal francese di Chiara Agostini, Leggere, Mensile per i libri, n° 7, dicembre 1988 - gennaio 1989.
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