Se un popolo si allontana da Dio, provocherà la nascita di pagani... allora bisogna colpirli tutti. Peggio per quel popolo se degli innocenti ci andranno di mezzo. Mosé non domandò forse a Dio: «Perché quando una città commette un errore o cade nel peccato, tu colpisci tutti gli abitanti, sia i buoni che i cattivi, sia gli innocenti che i colpevoli, sia i puri di cuore che i peccatori?». Dio non gli rispose e Mosé si addormentò sotto un albero. Durante il sonno, delle formiche salirono su un piede di Mosé e una di esse lo punse. Egli si svegliò di soprassalto e cominciò a schiacciarle tutte. Allora Dio gli chiese: «Perché schiacci tutte le formiche quando solo una ti ha punto?». Mosé rispose: «Beh, non potevo scoprire chi mi ha morso, per questo le ho uccise tutte». Dio gli rispose che anche Lui agiva nella stessa maniera. «Se un uomo è colpevole, io colpisco tutta la sua famiglia, proprio come un terremoto decima una popolazione senza distinzioni tra buoni e cattivi». Per questo, allora, quando Dio colpisce un popolo vuol dire che se lo merita.*
Non so perché, anzi: so perché. Ma questo brano (trovato in André Glucksmann, La troisième mort de Dieu, NiL èditions, Paris 2000) mi fa tornare di nuovo in mente il professor De Mattei. Forse il vicepresidente del CNR crede davvero che qualche formica dispettosa, del formicaio umano dell'arcipelago giapponese, abbia punto Dio mentre dormiva e che Costui, in preda alla rabbia per esser stato svegliato dal sonno eterno, si sia talmente incazzato da aver provocato il maremoto e la conseguente devastazione. Insomma, il De Mattei voleva solo dirci di non stuzzicare il Dio che dorme. Altrimenti son maremoti nostri.
Confesso che immaginare un Dio siffatto equivalga a considerarLo più stupido delle bombe intelligenti, le quali centrano sì il bersaglio, ma sempre a prezzo di qualche vittima collaterale.
Infine: un Dio che fa suo il motto dell'abate Arnaud Amaury (non il centravanti oriundo della Juventus), che per debellare i catari, indistinguibili dai cattolici, disse alle sue truppe: «Uccideteli tutti. Dio riconoscerà i suoi».
*Patrick Forestier, Confession d'un émir du GIA, Grasset, Paris 2000 (traduzione mia)
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