strofe
CORO: O monti o terra giusta e venerata,
che patiremo? dove
in questa terra di Apis fuggiremo,
dove è un cammino buio?
Fossimo fumo nero
confuso tra le nubi di Zeus,
polvere che senza ali si dissolve.
antistrofe
L'anima è un brivido,
batte il mio cuore nero.
La vista delle navi mi ha rubata,
di paura sono smarrita,
vorrei il cappio, la fune della morte,
prima che uno degli uomini maledetti
sfiorasse la mia pelle:
l'Ade prima mi sia padrone.
strofe
Non c'è per noi un seggio nel cielo
dove l'umida nube si fa neve:
o una liscia roccia sospesa
che l'occhio non afferra, solitaria,
raggiunta da capre e da avvoltoi,
e di lassù precipitare
perdutamente, per testimoniare,
prima delle nozze
che violentano il cuore e che dilaniano?
antistrofe
Cibo ai cani e agli uccelli
di questa terra, noi lo accettiamo.
Perché la morte libera
dal dolore che urla:
venga la morte
prima del talamo nuziale.
Non ci apriremo la via
alla fuga, alla liberazione?
strofe
Il grido riempia il cielo,
il canto invochi gli Dei:
saremo esaudite? Padre,
guarda, liberaci , battiti,
dannano la violenza i tuoi giusti occhi.
Le tue supplici onorale,
signore della terra, onnipossente
antistrofe
Zeus. Insopportabile ingiuria
è questa dei figli di Egitto,
la torma dei maschi in caccia di noi
furiosa pazza urlante.
Tu reggi la perfetta giustizia del mondo,
senza te nulla agli uomini s'avvera.
Eschilo, Le Supplici, Terzo Stasimo, traduzione di Enzo Mandruzzato, Newton Compton Editori, Roma 2007.
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