Mi chiamo Barbara, sono laureata in filosofia (una tesi sociopolitica su Amartya Sen), e sono ricca. Mio padre ha tanti soldi e io di conseguenza. Ho un padre generoso, non mi ha mai negato niente. Tranne i libri (soprattutto quelli Mondadori). Non so perché, ma io, nonostante sia filosofa, ultimamente mi sono data al calcio. Ci sono tante malelingue. Tanti neopuritani. Non sanno che il calcio è, in sé, è una filosofia. E i brasiliani sono i migliori interpreti (con i funambolici argentini) della filosofia del calcio. E i poi i brasiliani sanno leggere Pessoa in lingua originale.
Così ho ingaggiato un giovane lettore, Alexandre Rodrigues da Silva, per farmi un corso breve, accelerato, di filosofia calcistica (e di lingua portoghese). Il punto è che, frequentandolo, descobri que eu amo. Almeno fino a fine stagione.
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