I blogger devono cedere alla tentazione di cadere nel privato? Non lo so, io ci cado e chiedo venia. È che sono triste, sono scosso per un accadimento, una tragedia familiare vera e propria, che ha toccato la comunità ove vivo.
Un uomo che conosco, 29 anni, figlio di amici di famiglia, è morto ieri mattina in un incidente stradale. A bordo della sua Panda c'era la moglie, maestra di danza delle mie figlie, era incinta, è stata sbalzata fuori dall'auto e ha perso il bambino, che non è stato possibile salvare. Era al settimo mese di gravidanza. Ora è a Careggi in terapia intensiva. Stavano andando all'Ikea a comprare il lettino. Ad andargli addosso con la sua Opel Antara è stato un altro uomo, un carabiniere (ma non vuol dir niente) che stava correndo in ospedale perché la moglie l'aveva chiamato che aveva perso le acque e stava partorendo. Lui è uscito illeso.
Stamani sono stato alla misericordia, alla stanza mortuaria, così per salutare la famiglia. E ho visto Nicola, 29 anni, dentro la bara, con la foto della moglie e del bambino vicine sopra la sua testa. E sai che piangere è inutile, che le parole non ci sono, che domani in chiesa chissà a quali santi si voterà il prete per giustificare l'assurdo, per nominare quella parola che spaventa la nostra società fatta per tutto, tranne che per il dolore.
2 commenti:
ti faccio le mie condoglianze, caro Lucas.
Leggo solo ora e mi dispiaccio per i tuoi amici. Difficile immaginare che, tutto questo noi lo chiamiamo vita.
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