«Si potrebbe vedere il reale dal disotto recluso, dove non resti che il meditabondo sprofondarsi e allargarsi nell'acqua. La compagnia non sarebbe che l'irriducibile resto della società, paragonabile alla casacca e all'abitudine dei sensi - vedere un muro, sentire una voce, respirare il cielo. Il sostrato della vita di chiunque fatto presente, e penetrato con fermezza, stante che chiunque può capitare in quel posto e qualcuno c'è sempre, anche se sia un altro; e la vita non consiste che in adornare variamente questo eterno reale. Lo sforzo sarebbe di raggiungere subito l'adattamento senza sbavatura residua.
Si scopre così che nella vita quasi tutto è passatempo, onde il proposito che formerebbe il prigioniero di vivere, se uscirà, come l'eremita, succhiando il suo passatempo, cavandone tutto il midollo. Che si propongono tutti i prigionieri. E la vita passata risulterebbe spensierata e febbrile, per le disordinate pretese che l'hanno viziata. qui il pensiero ridotto a superfluità, rivela quanto nella vita sia strambo vivere per mezzo suo lottando e progettando. Non mai dimenticare che, sotto tutto, l'uomo è nudo. C'è un caso in cui ci si spoglia nudi e ci si mostra: ed è per fare la cosa meno ragionevole e più vergognosa della vita.»
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, (28 dicembre 1936), Einaudi, Torino 1952
Lucas, ti aggiri nel sottobosco, leggi, implodi. Le tue palle ancora ci sono, dilatate dal caldo. Soffri, le ascelle rispondono acidamente, mentre una testadicazzo davanti inchioda senza un perché. Ruggisci. Vorresti fare un bagno nel tuo sudore, mentre Malika ti canta Controvento. Pensi di passata all'Italia, ai suoi misteri squallidi. Urli. Non c'è nessuno che sorride in questa tangenziale. Solo uno che piange senza sapere perché, o forse sì, ma non osa confessarselo.
Hai visto un muro, ma hai frenato. Hai sentito una voce, ti ci sei bagnato. Ma non hai potuto respirare il cielo perché ancora lordato dai fetidi miasmi di un potere che da troppi anni ormai, forse da sempre, ammorba l'Italia.
2 commenti:
sulla tangenziale no, altrove ti sorrido. superando qualche paresi di fondo. ciao. m
cara m.
grazie del sorriso.
So ch'è il tuo, inconfondibile.
:)
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