Ieri, Festa della Repubblica, ho mangiato troppe ciliegie direttamente dal ciliegio davanti casa. Così stamani, dopo il caffè, un'impellente urgenza fisiologica mi ha fatto correre in bagno prendendo un giornale qualunque. Ho allungato la mano su Sette il Magazine del Corriere della Sera uscito ieri (Sette è un settimanale che di solito non leggo e che lascio sempre incellophanato).
Mi seggo. Nel fare, leggo. Abitudini. Sfoglio: «Pino Pelosi racconta: il mistero di una scarpa dietro al delitto Pasolini». Giro pagina all'indietro. M'imbatto nell'intervista di Antonio D'Orrico a Walter Veltroni, sull'ultimo libro scritto dal ex sindaco di Roma ed ex segretario nazionale del PD. Nel sommario, sotto il titolo Morti parallele, leggo: «Alle sette di sera del 10 giugno di trent'anni fa un bambino cade* in un pozzo mentre il fratello di un terrorista viene* rapito. Solo una coincidenza? Forse qualcosa di più. Intervista a Walter Veltroni che ha scritto un libro per spiegare perché da allora l'Italia non è stata più la stessa».
Carta igienica, sciacquone, bidet. Tutti i giorni, anch'io, non sono più lo stesso.
P.S.
O come mai io avrei usato cadde e venne?
4 commenti:
cade o cadde? Viene o venne?
Bah? magari avrei scritto giugno o non giungo, ma di errori di stOmpa io ne faccio a tonnellate.
Ciao
è una pessima abitudine quella di leggere sulla tazza. Si rischia di farvi cadere a peso morto anche i pensieri...
Giusti richiami
Comunque Luca tu ne vieni fuori sempre come un signore, diplomatico obiettivo sempre imparziale e al di sopra delle parti, complimenti.
Ania
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