«Siccome Dio poteva creare una libertà che non consentisse il male (cfr. lo stato dei beati liberi e certi di non peccare), ne viene che il male l'ha voluto lui. Ma il male lo offende. È quindi un banale caso di masochismo».
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, Einaudi, Torino 1952 (scritto datato 13 maggio 1938)
- Pronto Dio?
- Sì, ho capito, ho capito, vuoi sapere cosa ne penso, se Pavese ha ragione, se io sono masochista... Ma come diceva il saggio? Il sadico è un masochista che applica la regola aurea. Io faccio agli altri ciò che vorrei fosse fatto a me stesso. È che a me non arrivano col male. Inutile che mi bestemmino contro: on me ne frega un fico, io sono tutto e il contrario di tutto. È inutile che producano sacrifici nel mio nome: io non bevo il sangue animale, ma il latte delle stelle (no, non stalle: il latte della Lola bevetelo voi umani che dovreste venerare la mucca, mica me, dato che bevete copiosamente il latte vaccino, unico caso - o quasi - di mammiferi che si nutrono dopo lo svezzamento col latte di un'altra specie).
- Sì Dio, scusa se ti interrompo, ma il punto è: se potevi (e tu potevi!) "creare una libertà che non consentisse il male", allora perché non hai voluto ciò?
- Ma chi l'ha detto che potevo?
- Come chi l'ha detto? O non sei onnipotente?
- Calma ciccio. Questa storia dell'onnipotenza m'ha bell'e rotto i santissimi. Io non sono onnipotente secondo i vostri desideri di potenza. La mia potenza non coincide con le vostre aspirazioni. Il mio svolgersi nel tempo e nello spazio segue ragioni che voi umani non potete comprendere e che io non posso esprimere dato che per farlo devo usare un linguaggio che non è stato ancora inventato. Tutto è caso e necessità. Io sono lì dentro, avviluppato, imprigionato in delle logiche che qualcuno potrebbe, a giusto titolo, definire assurde. Ma l'assurdo è un concetto che svanisce se disteso nel miliardesimo. Voi umani fate sempre lo sbaglio di far uscire la vostra mente dalla partizione di tempo e spazio concessavi. Tenete a freno le fantasie, non immaginate, state calmi, concentratevi sui vostri limiti, state nel segmento, lasciate perdere le linee rette sennò vi diventano i capelli bianchi e scompigliati come un pazzo; occupatevi di orologi svizzeri e di puttane, girls e trans, depilatevi i coglioni prima che prendano la forfora con questo caldo fottuto e non fidatevi delle geniali intuizioni dei poeti. Date retta a me: state nell'ovile, seguite il buon pastore che il mondo è pieno di lupi.
- E chi sarebbe il buon pastore, se è lecito dimandare?
- Ve sono di vario tipo, sparsi per il mondo. Ognuno fa riferimento a un'Entità che può essere ricondotta al mio nome. Uno vale l'altro, segui pure la tradizione locale.
- Ma io non me la sento di seguirti religiosamente.
- Allora seguimi politicamente. Ce ne sono tanti di esempi di pastori politici. Trova quello che più fa per te. Meglio sarebbe se tu ne seguissi uno che porta scritto il nome nel suo simbolo elettorale. E che si faccia chiamare Presidente anziché segretario.
- Wow, Dio, sono steso. Vado a letto subito. Ma prima volgerò gli occhi al cielo, puntando a nord ovest dove si trova il Grande Carro. Mi rilassa.
- Bravo. Fai così. Abbronzati con la luce delle stelle. Sogni d'oro.
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