Stasera è una sera di umido. Non il coniglio. Mi metto un golfino di finto cashmire. Me lo presta un gomito, gentile signorina, per grattarmi un occhio che non la smette di avere prurito? Un occhio solo, strano. Ma non tanto, l'altro già lo grattano i capelli. Il lor fluire. Il mio starnutire. È una serata allergica. Quasi magica. Il governo resiste, sì. D'altronde cosa vuoi che la Lega faccia in questa stagione di nubifragi al centronord. Si chiude in casa, o apre l'ombrello. Un ombrello coi buchi, come il groviera. No, l'Emmental. Il formaggio della valle dell'M. Il groviera è in realtà il gruyère, anch'esso formaggio svizzero che prende il nome dall'omonima cittadina; ed esso non ha i buchi. E io mi ricordo una grandissima forma di Emmental che faceva bella mostra di sé sul bancone di un negozio di alimentari sotto casa di quando ero bambino, sui otto-nove anni; e mi ricordo di quando un signore anziano, dal naso aquilino come Gillo Dorfles, infilò la punta dello stesso dentro un buco del formaggio sotto gli occhi sbalorditi e il volto paonazzo del gentile negoziante camerata d'antan.
- Cazzo fai Alberto!
- Perché che cosa sto facendo?
- Ma non vedi che mi stai infilando il naso nel formaggio?
- No, zoticone, il formaggio non lo tocco: tocco il buco, e i buchi, per definizione, sono vuoti.
- Ma vaffanculo.
- Te e il duce, arrivederci.
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