domenica 28 settembre 2014

La sera, invece di andare in via Veneto, faceva meglio ad andarsene a fanculo.

Oltre ai rilievi mossi da una sua affezionata lettrice (la quale mi darà una sberla, lo so, ma si fa per scherzare), l'Ircocervo, in chiusa del sermone, scrive:
«Caro de Bortoli, sai quanto ti stimo e ti sono amico e quanto ho apprezzato il tuo articolo di mercoledì scorso. Ma permettimi di ricordarti che su questi temi il Corriere della Sera ha sempre rappresentato l'opinione e gli interessi della borghesia lombarda. Ha reso molti servizi agli interessi del Paese quella borghesia, sempre che il primo di quegli interessi fosse il proprio. Oggi non è più così. Bisogna ricreare una sinistra che riconosca le tutele anche ai ceti benestanti ma metta in testa quelle dovute ai lavoratori».
Ora che l'Ircocervo dia del cornuto al pony express della sera mi sembra parecchio, ma parecchio clamoroso, giacché la Repubblica quale opinione e quali interessi rappresenta, oltre a quelli del proprietario? Gli interessi del sottoproletariato capitolino?

Inoltre, come se non bastasse, il Fondatore suggerisce all'amico stimato (ma infondato) che loro, in qualità di opinion maker di punta, dovrebbero assumersi il compito di «ricreare una sinistra che riconosca le tutele anche ai ceti benestanti ma metta in testa quelle dovute ai lavoratori».

Avete capito? Io penso che, se fosse vivo, per salvaguardare il decoro della categoria, Indro Montanelli sparerebbe una pallottola in un lupino all'Ircocervo, così, per rispetto nei confronti dell'avversario, cioè del proletariato, che sfruttare sì, d'accordo, ma anche prendere per il culo, no, non si fa, è mancanza di rispetto nei confronti dell'avversario, e questo tra gentiluomini non suole.  

O forse che Scalfari ha l'ambizione di diventare il Fidel Castro di via Veneto?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La mia memoria è ormai confusa, ma mi sembra di ricordare che il buon I., a dispetto della fama di cui gode oggi, sapeva sempre benissimo chi fosse il padrone e di conseguenza dove legare l'asino.

Anzi, secondo me glielo ha insegnato proprio lui all'altro I. questo immeritatamente sopravvissuto e tuttora vaneggiante...

Scusa.

Luca Massaro ha detto...

Scusa di che?

Anonimo ha detto...

...di rubare l'olio all'altarino di san indro