Voi direte: ma le sedie?
È per scopare meglio (le briciole di pane, s'intende).
Scusatemi. Sto soltanto esercitandomi per il prossimo concorso di barzellettiere ufficiale di Palazzo Grazioli. Il premier è a corto di battute. Il premier è a corto. Il premier è corto. Il premier. Il.
Quanto sarebbe facile farlo sparire!
Capezzone ha perso la voce: è solo un porta. Resiste Cicchitto, voi capite, il destino delle cornacchie. Bonaiuti c'ha il palletico. Milioni d'italiani c'hanno l'orchite (per le ben note cause). Mi stupisce il silenzio tombale di Andreotti. Non lo caga più nessuno, perché? Morto Cossiga, sarebbe l'unico in grado di fare profezie politiche di una qualche validità. Nessun giornalista che si prenda la briga di andare a disturbarlo, anche solo telefonicamente. Vespa ponza. Santoro sbava dalla bocca (è impastato: usa una retorica troppo complessa per le masse). Fazio chiagne e fotte (il caro Fabio, intendo). La Dandini andrà in onda con la tigna. Io so soltanto che dietro questo fotti fotti generale, c'è un fottimento tenuto ben nascosto, chiamato beauty contest, un'asta "concorso di bellezza" (sic!) per assegnare le frequenze televisive.
Scrive Edoardo Segantini sul Corriere della sera di oggi:
«Anche senza organizzare alcuna gara tuttavia si sarebbe potuto gestire il concorso in modo più equilibrato. Invece il disciplianre di gara ha tenuto lontani i grandi gruppi televisivi internazionali dal beauty contest, perché congegnato in modo da riservare le frequenze più pregiate al duopolio. Se infatti i punteggi più alti vanno a chi sul mercato c'è da anni e ha un certo numero di impianti sul territorio, è chiaro che gli stranieri non possono giocare. Per la cronaca, il mercato televisivo italiano è sì molto frammentato, con 500 tv locali, come ricorda Mediaset, ma l'azienda del Biscione - caso unico - controlla il 63% delle risorse pubblicitarie e paga un canone di concessione (19 milioni di euro l'anno) che è tra i più bassi d'Europa».
Già, la televisione, la stagione che ricomincia, lo strumento migliore per ripristinare il consenso perduto. Le Barbare d'Urso son pronte, decolleté e bocche di culo stupefatte. Si riparte.
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