Sarà forse stata la pausa, lunga pausa estiva, ma aver ripreso questa settimana a vedere Blob non mi ha fatto bene. Non lo sopporto più, mi fa fatica. Mi chiedo se sono cambiato io o è cambiato Blob. Più la prima che la seconda, l'umore, soprattutto. Credo che sarà bello vederlo Blob quando Berlusconi sarà morto, per vedere ricomposta, in un interminabile puzzle televisivo, tutta la storia italiana degli ultimi vent'anni.
Ma lasciamo perdere, nulla più meraviglia. La coscienza è una bestia fottuta che ci rende impermeabili a ogni stupore. Che stupide! Le opposizioni ancora chiedono le dimissioni di Berlusconi come se lui... Ma stiano zitte, è meglio, molto meglio.
Dicevo di Blob, dicevo di quanto sia diventato insopportabile quel giochino di quello con quella videocamera che gira per la mostra di Venezia (o di Cannes o di Sanremo o di cosa volete voi) a ripigliare quei personaggi famosi che oramai sanno che lui è di Blob e si atteggiano di conseguenza facendo gli scafati, i fighetti, i finti irati, i finti sorpresi sapendo benissimo che in quel momento stanno ricevendo un'occasione d'oro per promuovere la loro indecenza.
Ghezzi, rinnova il canovaccio, straccia questa formula logora ti prego prima che Blob affondi nel ridicolo fors'anche peggio di Striscia o di Chiambretti.
«Mio tema è la memoria, ospite alata che un grigio mattino del periodo bellico si levò a me incontro.
Questi ricordi, che sono la mia vita - poiché nulla possediamo con certezza tranne il passato - non mi hanno mai lasciato. Come i piccioni di piazza S. Marco erano ovunque, in mezzo ai piedi, da soli, a coppie, in melate conventicole, tentennanti, pettoruti, ammiccanti, il soffice piumaggio intorno al collo irsuto a ruota, appollaiati a volte, se restavo immobile, sulla spalla; quand'ecco, all'improvviso, tuonare il cannone di mezzogiorno e in un istante, un fruscio d'ali, avevano fatto piazza pulita e la volta del cielo una voliera immersa in un subbuglio. Così fu quel mattino del periodo bellico.»
Evelyn Waugh, Ritorno a Brideshead, Libro III, cap. 1, (1945), in Opere, a cura di G.Almansi, Bompiani, Milano 2001, traduzione di Ottavio Fatica.
1 commento:
La televisione è la realtà la realtà è meno della televisione. (Videodrome)dle
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