Ma, come larve di una popolazione assediata
che teme le offerte della pace più del proprio sterminio,
essi aggrappati alle loro macerie
insultano e smentiscono le nostre voci straniere.
E noi come ostaggi di una anarchia senza grado
a cui si nega la fiducia del riscatto,
siamo la preda lasciata alla loro vendetta puerile:
io per le piaghe, tu per la pietà.
Impari all'ordalia del supplizio e della morte
noi due siamo l'estremo paragone del loro scandalo.
Noi dobbiamo giustificare il valore del loro campo
con lo spettacolo della nostra povera agonia.
E il sogno agisce. Nella convulsione e nel sudore
noi stessi rinneghiamo la nostra testimonianza.
Rotti e dispersi tra i loro cenci mortuari
ci arrendiamo alla terra.
NINNA OH NANNA OH
NINNA NINNA NINNA.
Elsa Morante, La smania dello scandalo, in Il mondo salvato dai ragazzini, Einaudi, Torino 1968
Lo stato di compromissione generale che permea la Repubblica democratica fondata sul lavoro è tale che coinvolge tutti, anche coloro che si sentono estranei, al riparo, certi di non avere alcuna responsabilità sulle cose che sono accadute, che accadono, che accadranno. Che fortuna, per i protagonisti del potere, vivere in una società quasi completamente secolarizzata, lontani dalle secche assurde del fanatismo, tutti avviluppati in un assopimento egotistico che non consente gesti estremi (a parte qualche cavalletto, o qualche madonnina volanti).
Il fatto è che sono promessi degli scarsi paradisi. Anche la nostra religione di stato che cosa vuoi prometta se non un posto in banca o alla Finmeccanica? In fondo, poi, perché incitare il gregge alla ribellione se gli zelanti servitori dello Stato abbassano il capo più volentieri di fronte a Sua Santità che al Presidente della Repubblica?
Forse, per qualche senza lavoro in crisi mistica, ci fossero prigioni come quelle norvegesi, piene di confort e di accesso internet, qualche motivazione in più l'avrebbero se volessero sacrificarsi per la patria. Ma allo stato delle cose meglio penzolare da un contratto a termine a un altro, in un monolocale o in una camera, che andare in una cella sovraffollata per aver attentato alla vita del re. Re che, poi, è difficile da raggiungere considerato l'eccezionale impiego di guardie del corpo che lo proteggono.
Già, le guardie del corpo. Ormai, fisso più le loro facce che quelle di colui che stanno proteggendo. Chissà chi sono, come si chiamano, quali scuole hanno fatto, quando e dove vanno in ferie. Soprattutto: chissà quanto sono pagati; e se, un giorno, avranno la pensione.
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