« quando
ti mettesti a non sapere chi eri provando come avrebbe funzionato
tanto per cambiare a non avere idea a non sapere minimamente chi eri
chi fosse a dire le cose che dicevi di chi fosse il cranio in cui ti
avevano incastrato di chi il lamento che ti faceva com'eri fu quella
la volta o fu un'altra là solo con i ritratti dei morti neri di
sporcizia e antichità e le date sulle cornici per il caso che ti
sbagliassi di secolo non credendo di poter essere tu finché ti
misero fuori nella pioggia all'ora di chiusura »
Samuel Beckett, Quella volta, (1974-75), traduzione di C. Fruttero e F. Lucentini, in Racconti e teatro, Einaudi, Torino 1978
Oggi pomeriggio sono infilato dentro un locale stretto e angusto, alto un metro e venti, dove si trova il deposito dell'acqua del pozzo e dove tengo roba che uso una volta l'anno, tipo un vaso per contenere l'albero di natale, appunto. Sono entrato chiaramente abbassandomi e camminando con le gambe piegate, con le ginocchia quasi al petto; per uscire stessa cosa, solo che, probabilmente, ho tenuto la testa leggermente più sollevata, quel tanto da stamparmi la fronte sul muro dello stipite. Staann, una madonna secca immediata e diretta, ripensando al tweet del papa sulla fede. «Oddio», ho pensato subito dopo, «mi sono spaccato il cranio» e ho preso di riflesso un pezzo di neve gelata e me la sono messa in fronte. Ci sono? Cosa sta succedendo a tutto quello che c'è dentro? Ricordi, impressioni, visioni, noviluni (cit.), desideri sparsi, attualità, impegno, disimpegno, sono ancora io? Cosa sta succedendo là dentro, nella sede precisa dell'io, nel centro di comando dell'essere? E se improvvisamente non avessi più idea di chi sono, se provassi a dire cose altre, per esempio che Monti si dovrebbe dimettere da senatore a vita e presentarsi alle prossime elezioni come candidato principe del centro destra compresa Lega Nord e la Destra di Storace, cosa direste che sarei diventato pazzo, rintronato, rimbecillito, ringrullito, scemo, stupido, cretino, idiota, imbecille, da ricovero?
L'albero è dentro casa. La punta è più alta del soffitto e si piega nello stesso modo in cui io mi sono piegato prima. Non so perché ma questo mi provoca un'erezione. Mi tocco la fronte. È il bernoccolo che è diventato dritto.
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