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«La sublimazione
richiede un alto grado di autonomia e di comprensione, essendo una
mediazione tra il conscio e l'inconscio, tra processi primari e
processi secondari, tra l'intelletto e l'istinto, tra la rinuncia e
la ribellione. Nelle sue forme più compiute come nell'opera
artistica, la sublimazione diventa il potere cognitivo che sconfigge
le forze repressive nel mentre cede ad esse.
Alla luce della funzione
cognitiva di questa forma di sublimazione, la desublimazione che si
sparge con tanta rapidità nella società industriale avanzata rivela
la sua funzione veramente conformista. Codesta liberazione di
sessualità (e di aggressività) libera gli impulsi istintuali da
gran parte dell'infelicità e dello scontento che riflettono il
potere repressivo dell'universo di soddisfazioni stabilito. Esiste
certo una diffusa infelicità; e la coscienza felice è piuttosto
precaria, crosta sottile che copre paura, frustrazione e disgusto.
Tale infelicità si presta facilmente ad essere mobilitata per fini
politici; senza spazio per uno sviluppo consapevole, essa può
divenire una riserva d'energia istintuale disponibile per la
rinascita di un modo di vivere e di morire di tipo fascista».
Herbert Marcuse, L'uomo
a una dimensione, Parte prima,
Capitolo tre, Einaudi, Torino 1967 (traduzione di Luciano Gallino e
Tilde Giani Gallino).
Stasera cercavo qualcosa
per capire la mia condizione esistenziale e ho trovato il brano sopra di
Marcuse che mi è entrato come una sublimazione non dico dove.
Io sono un sublimatore straordinario, lo sento. Sono nato per questo. Sublimavo quando poppavo, così come sublimavo quando ho scoperto che, toccandomi, mi provocavo piacere. Forse l'ho già detta questa cosa, ma io ho un ricordo abbastanza precoce della mia masturbazione. Anche a scuola, alle elementari, quando c'era un compito che non andava, mi ricordo come stringevo le gambe e frizionavo il pennino senza uno scopo immaginativo preciso se non quello di arrivare al dunque e rilassarmi e risolvere i problemi sulla compravendita, o sul peso lordo peso netto tara.
Io sono un sublimatore straordinario, lo sento. Sono nato per questo. Sublimavo quando poppavo, così come sublimavo quando ho scoperto che, toccandomi, mi provocavo piacere. Forse l'ho già detta questa cosa, ma io ho un ricordo abbastanza precoce della mia masturbazione. Anche a scuola, alle elementari, quando c'era un compito che non andava, mi ricordo come stringevo le gambe e frizionavo il pennino senza uno scopo immaginativo preciso se non quello di arrivare al dunque e rilassarmi e risolvere i problemi sulla compravendita, o sul peso lordo peso netto tara.
Stringo, ché non posso
sintetizzare un'autobiografia in un post. Stringo (non le gambe, ora
no, credetemi) per dire solo che bloggare è per me pura
sublimazione, proprio perché qui compio un ordinario atto di
mediazione «tra il conscio e l'inconscio, tra processi primari e
processi secondari, tra l'intelletto e l'istinto, tra la rinuncia e
la ribellione». E come il mio io bambino si rilassava dopo quei
piccoli orgasmini senza costrutto, così io ora mi rilasso e tengo a
bada la tigre assenza nella
gabbia della mia sublimazione. Il maestro (l'autorità, il potere)
non si accorge di niente, o fa finta; l'importante è che io non
rompa troppo le palle e faccia il mio dovere di bravo cittadino.
Come
oggi, per esempio: sono stato alle parlamentarie del PD e con
due euro ho votato due donne.
Sono stato bravo, vero?
3 commenti:
"Una sublimazione è una via di mezzo fra la posizione narcisistica e quella erotico-oggettuale, un punto di stabilità per l'oscillazione della libido. La sublimazione è un meccanismo elaborato al duplice scopo di realizzare i sogni infantili e, al tempo stesso di realizzarli in maniera tale da non soddisfarli direttamente, pena la solitudine dell'individuo" (Origine e funzione della cultura - Gèza Roehim) :)
Auguri, buon 2013!
ps. no,non sei stato bravo :)
Concordo con Crisa: bravo un par de ciufoli!
Bei testi però (quello che citi tu, la tua riflessione, quello che cita Crisa). Dai quali trarre spunto per smetterla di sublimare e usare piuttosto quell'energia per liberarsi dall'essere silenziosi schiavetti del potere. Che - se ci si vuole opporre - c'è una differenza tra tacere|subire|sopportare schivamente e invece scegliere proprio un altro modello di vita che faccia crollare le fondamenta del potere attuale, eh? :-)
Ciao, caro!
@ Crisa.
Grazie della citazione e buon duemilatredici anche a te.
@ Minerva.
Grazie dei complimenti e del tuo spunto di ricerca.
Ogni bene e ogni godimento a entrambe.
Salute!
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