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Ogni tanto vanno raccontati, i sogni, non per cercarne una spiegazione, ma solo per ricordare come, a volte, la mente, durante la condizione del sogno, produca cose insensate (o dal senso recondito).
Sembra la sera del martedì grasso e sono a cena in un elegante ristorante. Nessuno è in maschera, tranne i bambini (non molti, ci sono anche le mie figlie). Le quattro grandi tavolate si vanno riempendo. Domando al ristoratore quanti coperti sono previsti, lui mi dice una cinquantina. Tra gli adulti si nota una netta prevalenza femminile, ma questo è normale: sia a casa, sia al lavoro, io sono in minoranza. Le donne cicaleggiano. Alcune escono per fumare, ma non molte. I pochi uomini presenti iniziano a parlare di quanti ristoranti e/o locali Briatore ha in giro per il mondo (inciso: su twitter, per ragioni antropologiche, ho followato @BriatoreFlavio perché - pur essendo Crozza, quando lo imita, superlativo - l'originale fa molto più piangere/ridere/sbalordire e spiega molte cose sullo stato mentale della nazione), a me scappa di andare in bagno.
Al ritorno, il gestore invita tutti ad accomodarsi, ché stanno per essere serviti gli antipasti.
Alle spalle del mio posto a tavola c'è un'ampia vetrata. Fuori, pur essendo ora di cena, è ancora giorno, strano fenomeno per la stagione, ma questo lo dico ora mica l'ho pensato mentre l'ho sognato. Iniziamo tutti a mangiare, io mi tuffo sul crostone di cavolo nero su crema di ceci. Di scorcio, dalla vetrata, vedo veloce transitare un centauro in giacca e cravatta (la parte umana) e uno splendido color baio con la coda nera corvina (parte equina). Accidenti che travestimento, mi dico, ma non sono sicuro sia tale.
Non faccio in tempo a meravigliarmi che, all'ingresso, si presenta un uomo che tiene per la briglia un dromedario; data l'altezza, il quadrupede non riesce a entrare dalla porta e rimane metà fuori. Il signore è venuto a chiedere elemosina, infatti porge il cappello affinché possiamo dargli qualche spicciolo. Il dromedario sembra affamato e una signora, che se lo trova vicino, gli porge un crostino nero di fegatini di pollo; il dromedario sembra apprezzare ma, dopo aver ruminato un po', sputa con forza tale crostino, anzi lo vomita aggiungendovi tutta la sua bile. Un puzzo nauseabondo si diffonde per tutta la sala. Il proprietario del dromedario si affretta ad uscire.
Io mi sveglio, vado in bagno e mi affretto ad aprire la finestra.
Via a camminare, ora.
2 commenti:
Bellissimo, è tutto per immagini. Sapessi dipingere, ne farei un quadro.
Grazie mille.
Se casomai, gentile anonimo, fai un corso di pittura, fammi sapere. :)
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