- Il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della Pace contiene molte dichiarazioni suggestive, che traghettano la Chiesa Cattolica nel post moderno. Già, finalmente la Chiesa va incontro alle esigenze degli uomini e delle donne di buona volontà che vogliono farsi le seghe, sposarsi con compagni dello stesso sesso, abortire, che vogliono concepire un figlio con l'inseminazione eterologa, che non sono contrari all'eutanasia. Il pontefice va incontro a queste persone, sì, perché rende più forti le loro ragioni, mostrando quanto siano più miserabili le proprie.
- Sei sicuro?
- In un certo senso, sì, è così, ne sono sicuro.
- Ma come, non ti scandalizza che il Papa dichiari che il matrimonio omosessuale è contro la pace, e chi pratica aborto ed eutanasia va all'inferno?
- No, anzi. Mi scandalizzerei del contrario. Il Papa fa il Papa. A mio avviso, l'unica cosa che gli andrebbe contestata, e con forza estrema, è questa dichiarazione:
«Gli stati riconoscano il diritto all'obiezione di coscienza».
Questo sì che mi scandalizza e preoccupa, e che non andrebbe lasciato passare inosservato e sul quale andrebbe esercitata una vigilanza estrema da parte di tutti affinché i governanti, in Italia soprattutto, non diano il minimo credito e appoggio ai dettami del Papa.
Banalità: lo stato deve seguire soltanto il proprio ordinamento e non quello di un altro stato.
E chiedere che l'obiezione di coscienza venga riconosciuta legittima, soprattutto quando il suo esercizio impedisce che al cittadino vengano garantiti certi diritti sanciti dalla legge, è un grave atto di ingerenza nella vita degli stati, quali che siano, l'Italia specialmente.
A parte.
La nostra Costituzione, tanto bella: vorrò sentire Benigni quali lodi tesserà su quel cazzo di articolo 7 (e anche l'8, soprattutto nel passaggio «diverse dalla cattolica»).
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