Commentando un post di Giovanni Fontana ho scritto che, in fondo, nell’avere torto, hanno tutti ragione: questi eventi criminali sconvolgenti gettano luce sul discredito totale di ogni “fede” che esclude gli infedeli o li vuole convertire. Qui sta il punto (e dietro tutto ciò c’è per noi occidentali¹, lo si voglia o meno, la potenza rivelatrice della Croce²): quanti altri crimini, quanta altra violenza umana deve essere perpetrata nella storia affinché non resti più nessuno straccio di bandiera o di fede valida che non sia quella della debolezza, della finitezza umana, dell’impossibilità di creare su questo pianeta paradisi terrestri dove gli impuri sono banditi? Hanno mai pensato i fedeli di qualsiasi causa o religione che se, per incanto, tutta l’umanità abbracciasse quella fede particolare non succederebbe niente di diverso da quanto ora succede? Vale a dire, si nascerebbe, si vivrebbe e si morirebbe con tutto il corallario di dolori e piaceri, di sciagure e fortune, di eccezionalità e di mediocrità che la vita contiene. E invece ogni religione sogna di diventare il culto esclusivo di tutti gli umani, credendo che quel giorno in cui tutti s'inginocchieranno davanti a Dio, quel particolare Dio ritornerà per salutare la vittoria.
Gara assurda, inutile, giocata sulla pelle degli umani. Ma vai a dirglielo alle religioni (religioni intoccabili) di smetterla con questa competizione al Gott mit uns. Se glielo dici ti urlano contro che sei un laicista, un relativista etico, un nichilista, un multiculturalista un po' finocchio, un neodarwiniano eccetera.
Io cosa sono non lo so. So soltanto che, come spiegavo ancora in un altro commento là, che io, per quanto posso, cerco solo di togliermi tutte le fedi di dosso, e di restare nudo come un bruco nell'attesa di diventare una farfalla. Non per volare, ma per restare a terra.
¹Gli orientali, come giustamente rileva Giovanni, hanno Lao Tze, Confucio e Budda a ricordargli questo.
²Intesa non come evento religioso, ma epistemologico.
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