Fatte le debite proporzioni e considerando che, oggi, non c'è alcun Omero in grado di magnificarne le gesta, non pare anche a voi che lo stallo della Nato in Libia e, parallelamente, lo stallo della crisi economico finanziaria sia analogo alla bonaccia che teneva ferma la flotta greca in Aulide, località marina della Beozia?
Di quali dèi è la colpa della situazione? Cosa vogliono? Cosa reclamano? Un novello sacrificio umano?
Pallida Europa e abbronzata America avete voi una Ifigenia pronta all'uso il cui sangue sarebbe gradito al banchetto celeste?
Ho trovato un verso di Lucrezio:
A tali misfatti poté indurre la religione.
Proviamo a sostituire un attimo la parola religione con capitale, così, per vedere l'effetto che fa.
In fondo, anche se ancor oggi la religione è una delle potestà (negative) più influenti nel mondo, essa - a parte gli individui bomba dell'islam che, fortunatamente, si sono "calmati" - non reclama più sacrifici umani.
I sacrifici umani li chiede invece il capitale: il mercato ha fame di tagli, di sangue che scorre.
La politica si lascia persuadere come Agamennone si persuase a sacrificare la figlia Ifigenia.
Qualcuno si ribellerà perché è palese che l'Europa, l'America, tout court: il mondo sta precipitando in un baratro. Ma per il momento anche la predestinata Ifigenia (volevo dire: il ceto medio, i lavoratori, i giovani, nuovi e vecchi poveri) si lascerà convincere a sacrificarsi per la causa, per il bene comune del Sistema.
Il busillis è che nessuna Artemide sostituirà chi è destinato al sacrificio: al macello sociale non si sfugge per garantire l'ambrosia ai pochi dèi preoccupati della situazione.
Ancora per un poco il vento spirerà per far salpare la flotta verso una nuova guerra, garante supremo dell'economia di mercato.
Ma da questo sistema non si scappa? Si va avanti solo a correzioni? Non esiste un nuovo paradigma in grado di sostituire il vecchio? Non sono in grado di dire se Marx* è un Copernico rispetto agli attuali economisti tolemaici. Ma so che quest'ultimi vanno avanti soltanto con soluzioni ad hoc, che complicano la costruzione della casa comune e l'esistenza dei cittadini, tenendo sempre al centro dell'universo la merda e le mosche del capitale. Quello che domando io è: esiste un altro centro o no? Dato che noi umani, storicamente, siamo scesi secolo dopo secolo di gradino: da figli prediletti di Dio a mero frutto dell'evoluzione (meglio così, credetemi); da abitanti il centro dell'universo, a cittadini periferici di un minuscolo pianetucolo ai margini di una galassia altrettanto marginale; ecco, quello che volevo dire è: possibile che almeno per quanto riguarda ciò che è in nostro potere, non riusciamo a liberarci dalla schiavitù del simbolico e del materiale e non ci rimettiamo al centro, noi, non per idolatrarci, macché, ma per restituire quella minima importanza di fondo che fa sì che valga più respirare aria pulita e sorridere, che una mazzetta di fogli da 100 euro.
*Ci pensa Olympe a farlo.
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