Scrive Vittorio Zucconi:
«Tra il cappuccino sovvenzionato alle buvette e l’associazione mafiosa c’è ancora qualche lieve differenza.»
Ed giusto notarla questa differenza.
Gli scandalosi privilegi della classe politica vanno corretti: è una questione di principio, d'accordo.
Ma non sono tanto i privilegi a rendere l'Italia un Paese politicamente triste, depresso, brutto dentro. Se i politici legiferassero, governassero, amministrassero decentemente la nazione, questi occhi puntati sui loro "segreti di Pulcinella" si sposterebbero su altre storture, altre enormità; per dire: ha senso che chi tira due calci a un pallone percepisca x milioni di euro all'anno? Molti diranno: "Certo, se il calciatore è bravo e li merita..." e io potrei anche essere d'accordo, ma vorrei fosse così anche per il politico che, se fosse bravo e li meritasse, dovrebbe avere gli attuali e, magari, altri privilegi, perché - si presume - la politica è molto più importante e decisiva che vincere uno scudetto o una coppa dei campioni; e anche perché - si presume sempre - che più un politico guadagna e meno dovrebbe essere corruttibile.
P.S.
Tutte le volte che, al mattino, inzuppo due macine nel caffè mi sento più comprensivo e politicamente responsabile. Quasi quasi mi iscrivo a Popolo e Territorio.
P.S.
Tutte le volte che, al mattino, inzuppo due macine nel caffè mi sento più comprensivo e politicamente responsabile. Quasi quasi mi iscrivo a Popolo e Territorio.
2 commenti:
Fosse per me, il calcio potrebbe anche sparire. Ma i calciatori non li pagano i cittadini, almeno non direttamente. sui politici invece nessun dubbio: dovrebbero guadagnare meno della metà, lavorare 5 giorni su 7 verificabili, versando regolari contributi che un giorno, in futuro, sommati a quelli di un "lavoro vero" faranno una pensione.
«Almeno non direttamente». Ecco, come i politici in fondo non siamo "noi" cittadini a pagarli direttamente. Sono pagati per il lavoro che fanno. E, ripeto (ed è la mia un'opinione personale), a me non scandalizza se prendono troppo: potrebbero prendere anche di più e, quantitativamente, anche meno di quanto ora lavorano: il problema è la "qualità" della politica. Il problema principale è (lo è sempre stato) che non importa se i politici sono "brocchi": tanto, stagione dopo stagione, sono sempre gli stessi basta che sappiano seguire e votare le direttive del Padrone. E, contrariamente a quanto accade allo stadio, i fischi del pubblico non li impauriscono affatto: tanto sanno che il loro posto è garantito, soprattutto se continueremo a votare con questa schifosissima legge elettorale.
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