lunedì 26 dicembre 2011

Diversi significati della violenza

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«La guerra è una uccisione comandata dallo stato, che chiama i cittadini alle armi. La rivoluzione invece non si fa con la cartolina precetto. La rivoluzione si trova davanti i carabinieri che vogliono impedire che sia fatta. Diciamo allora che la prima fondamentale differenza tra guerra e rivoluzione è che la guerra si fonda sulla decolpevolizzazione della violenza da parte dello stato: è licenza di uccidere. La rivoluzione invece è violenza colpevolizzata dallo stato, finché la rivoluzione non arriverà alla conquista dello stato e non creerà una nuova legalità che di nuovo colpevolizzerà una eventuale rivoluzione contro il nuovo stato».

Franco Fornari, Psicanalisi della situazione atomica, Rizzoli, Milano 1970, pag. 21

Su Repubblica di questi giorni c'era una recensione di Massimo Recalcati su un libro che raccoglie degli scritti del noto (per me non lo era, sic!) psicanalista italiano, Franco Fornari. È stata una scoperta. No, non sono ancora in possesso del libro recensito, ma mi sono procurato il libro (in biblioteca) da cui sopra ho tratto la citazione.
Sono solo all'inizio e non posso dare giudizi affrettati, ma è una lettura molto, molto stimolante. Da lì, ieri, ho preso il passo di Mao, e più vado avanti e più sottolineo.

Sono convinto, come molti credo, che esistano i padroni e i loro guardiani, più o meno cortesi, educati, gentili. Così come esistono gli schiavi. La questione è complessa, occorre riprendere Hegel e giù via a scendere... salendo. Tuttavia, il punto è: a ruoli invertiti, lo schiavo riuscirebbe a comportarsi diversamente dal padrone? Vale a dire: è possibile una rivoluzione che, nel creare nuova legalità, non faccia nuovi schiavi, nuovi prigionieri? Esiste lo scioglimento della differenza non per annullare in un piatto regime totalitario da rincoglionimento coreano l'individuo, ma per farlo brillare, per quel che veramente vale, libero da radici, tradizioni, simboli, fedi?

2 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

http://diciottobrumaio.blogspot.com/2010/06/un-post-lungo-palloso-su-alcune-cosucce.html

Luca Massaro ha detto...

caro Olympe, ti ringrazio molto perché, col tuo contributo di spiegazioni e citazioni, mi offri sapienti lezioni marxiste.