Giorgio Beltrammi ha candidamente proposto qualcosa che potrebbe far risparmiare una notevole quantità di soldi all'erario statale e che, se debitamente informato, Monti non potrebbe non accettare (dati i suoi trascorsi come Commissario Europeo alla Concorrenza, perlomeno, ci penserebbe su). E la proposta è semplice, invitare cioè
lo Stato ad abbandonare il software proprietario* per accogliere quello open e gratuito. Oltre all'evidente risparmio economico sulle licenze, ci sarebbe un risparmio sull'assistenza ed una maggiore efficienza.
Se invece di far esplodere pacchi bomba alla testadicazzo, si facessero esplodere all'attenzione pubblica questi argomenti, credo che sarebbe molto più sovversivo e rivoluzionario.
*Il software proprietario, per intenderci, è sostanzialmente quello della Microsoft. Certo, anche molte distro Linux hanno alle spalle imprese private, (Canonical, Red Hat, Novell) ma il loro businness è notevolmente meno costoso di quello del più grande monopolista informatico di tutti i tempi, in quanto, quale che sia la distro linux scelta dalle varie amministrazioni statali, ci sarebbe da pagare solo l'assistenza ma non la proprietà intellettuale del vario software usato. Di più: volendo esistono distro Linux completamente italiane, come Sabayon. Insomma, in campo informatico sono disponibili attualmente molte soluzioni per risparmiare un sacco di quattrini subito e, credo, senza le difficoltà politiche che impediscono il governo di far pagare le frequenze televisive alla Rai e a Mediaset.
10 commenti:
2 cose:
- parlando di monopoli, ricorderei anche che tutti i parlamentari hanno ricevuto l'indispensabile ipad, che non è microsoft
- togliere il software proprietario, ovvero quello microsoft, fa risparmiare sulle licenze ma costa in corsi di formazione per gli utenti. tutti, anche i più imbecilli, sanno usare word e alla peggio si risolve con quello. non tutti si trovano capaci di utilizzare sw liberi - anche se sono quasi uguali (abiword, libreoffice... e quelli specifici di linux), quindi gli impiegati statali dovrebbero essere formati con corsi appositi che non sono gratuiti
1) Non so bene "chi" abbia regalato l'iPad ai parlamentari: la Apple? Certo che, anche in tal settore, si può usare il tablet con Android.
2) Libre Office si usa nello stesso identico modo di word: solo non costa nulla (tu sai bene quanti costi il pacchetto Office della MS, vero?)
2bis) A parte qualche specifico programma proprietario (per il disegno o la contabilità per es.) che richiede competenze d'uso specifiche, usare Linux è oggi talmente facile che ci sono riuscito anch'io. L'impegno è minimo, se prendi Ubuntu o Mint te ne accorgi in un battibaleno quanto siano facili da usare, persino da installare. Te lo garantisco: ho addestrato una decina di colleghe in meno di mezz'ora di spiegazione.
nessuno ha regalato l'ipad. è stato comprato con i soldi delle tasse. quindi, suggerivo di aggiungerlo alla lista degli sprechi. bello è bello, non c'è dubbio. ma non ci sono tablet che costano meno e funzionano meglio? ho i miei dubbi. senza parlare del fatto che un tablet non mi sembra indispensabile per lo svolgimento delle funzioni del parlamentare (che infatti in media lo usava per giocare al solitario o prenotarsi la escort). vuoi che l'ufficio marketing apple non abbia un ruolo dietro questo esborso? una società che si costruisce come religione, si impiccia di tutto quello di cui può impicciarsi. mia opinione.
sulla capacità dell'impiegato della pubblica amministrazione di imparare rapidamente a usare nuovi strumenti, ho seri dubbi. io, tu, molti altri che si incrociano qui in rete sanno usare linux o libreoffice senza problemi. tu magari hai addestrato 10 colleghe in mezz'ora, ma immagino fossero under40 almeno. scolarizzate in un certo modo. attente già per conto loro alla novità tecnologica. non tutta la PA è così. per esempio, il centro per l'impiego di dove vivo (borgosesia, provincia di vercelli, piemonte nord ovest) non risponde nemmeno alle email...
Scusate, ma Word ed Excel a parte temo che cambiare una piattaforma informatica complessa come può essere quella di un apparato statale sia un pelino più complicato. Verificare il porting delle applicazioni attualmente in carico alla piattaforma Microsoft od eventualmente progettare una migrazione, formare (tanto o poco non importa, si cambia sistema operativo e programmi) il personale, verificare che l'hardware sia pienamente compatibile, migrare la directory (utenti, condivisioni, etc), verificare che le appliance siano pienamente compatibili con i nuovi sistemi (penso a firewall, antivirus, proxy, etc)... Cioé, va bene l'idea, ma pensare che sia una cosa rapida ed a costo zero, bé... ;)
Tutto vero, non sono abbastanza preparato per specificare nel dettaglio una "migrazione". Tuttavia, al momento, per iniziare sarebbe sufficiente che là dove si necessita di creare ex-novo una piattaforma, venga valutata l'opzione Linux per verificare/confrontare costi e benefici.
Temo che anche questa ipotesi non sia molto praticabile. Non stiamo parlando di un computer, stiamo parlando comunque vada di "n" macchine che devono rispettare uno standard preesistente - e si torna al discorso di prima. Come dicevo: l'idea non è malvagia, ma pensare che sia realizzabile in quattro e quattr'otto senza metter mano al portafogli non è realistico ;)
Al portafogli bisogna sempre metter mano: il punto è che lo Stato cominci a tirarne fuori pochi di fogli da esso... ;-)
Sicuramente in un percorso a lungo termine abbracciare in toto o anche solo in parte il mondo open può essere una risposta (anche solo usarlo come leva commerciale rinegoziabile ogni tot anni andrebbe bene).
...e comunque: http://www.agoradigitale.org/manovra-approvato-emendamento-software-libero-nella-pa
Speriamo bene dai :)
Una buonissima notizia. Grazie per la segnalazione. :)
Posta un commento